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Iaquinta: “Il mio fisico non reggeva più, ho dovuto ritirarmi”

L’ex-attaccante di Udinese e Juventus si racconta: “Mi voleva il Watford, ma ho preferito rinunciare”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Vincenzo Iaquinta "riappare": l'ex attaccante di Juventus ed Udinese, già campione del mondo nel 2006 con la maglia della nazionale italiana, ha rilasciato una lunga intervista al sito Udineseblog nella quale ha raccontato i suoi ultimi anni, a partire dall'addio alla Juventus nel 30 giugno 2013. "Gino Pozzo mi aveva offerto la possibilità di essere ancora in campo", ha spiegato il giocatore calabrese, "ma non me la sono sentita di accettare a causa dei problemi muscolari che mi tormentavano. Non ho voluto prendere in giro nessuno, e così ho preferito lasciar perdere. Non mi sarebbe più riuscito giocare ad alti livelli, quindi ho preferito appendere le scarpette al chiodo e pensare alla carriera di allenatore".

Cala così il sipario su Vincenzo Iaquinta, classe 1979: giovanissimo, entrò a far parte del Reggiolo, formazione emiliana, con la quale si mise subito in mostra. Dopo 36 presenze e sei reti, a febbraio '90 passò al Padova (13 presenze e tre reti) e quindi al Castel Di Sangro, dove restò due stagioni mettendo a segno otto reti in 55 partite. L'Udinese lo scopre là, e gli dà l'opportunità di giocare in Serie A: in sette anni in Friuli metterà a segno 69 reti in 205 partite, facendo anche il suo debutto in Coppa Uefa ed in Champions League, dove nella stagione 2005/2006 segnò ben sei reti in cinque partite. Quell'estate magica del 2006 vinse anche il titolo mondiale, mettendo a segno anche la rete del 2-0 al Ghana, nella fase a gironi della rassegna iridata. "Udine è stata il mio trampolino di lancio, lì ho vissuto momenti difficili ed altri indimenticabili, come il primo approdo in Champions", ha aggiunto ancora Iaquinta, che un anno dopo la finale di Berlino passa alla Juventus per poco più di 11 milioni di euro.

A Torino giocherà quattro anni prima di essere girato in prestito, senza successo, al Cesena: finito ai margini della rosa, si svincola il 30 giugno 2013, dopo quaranta reti in cento-otto partite. Un unico rimpianto: "Purtroppo quando sono tornato ad Udine con la maglia della Juve ho fatto un gesto bruttissimo, scaturito dalla rabbia per gli insulti che mi arrivavano dagli spalti: ho sbagliato e mi dispiace tantissimo. Questo è il mio più grande rammarico nei confronti dei tifosi friulani. Ho già chiesto scusa e lo voglio rifare". Adesso per lui c'è da iniziare una nuova carriera, quella di allenatore. E chissà che in futuro non possa tornare proprio ad Udine, stavolta in panchina.

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