Ian Wright svela: “Ho rischiato la carriera perché fumavo marijuana”

Ian Wright è stato uno dei più grandi bomber inglesi degli ultimi trent’anni. Per i tifosi dell’Arsenal Wright è una leggenda perché con la maglia dei londinesi ha realizzato 185 gol in 288 partite, meglio di lui nella lunga storia dei Gunners ha fatto in termini realizzativi solo Thierry Henry. Adesso a quasi cinquantatré anni l’ex giocatore nell’autobiografia, che ha da poco scritto, ha svelato che quando era un ragazzino ha rischiato di rovinarsi la carriera a causa della marijuana. Il ‘Sun’, per cui da anni scrive, ha pubblicato un estratto di ‘A Life in Football’ in cui Wright parla del suo passato:
Ho iniziato a fumare marijuana quando avevo 17 anni. Non sono mai stato preoccupato dalla possibilità di diventare tossicodipendente, non ne facevo uso tutti i giorni ma solo ogni tanto, era una sorte di rito di fine settimana. Ricordo quando ai tempi del Crystal Palace battemmo 4-1 il West Bromwich e arrivo un test a sorpresa. Mi prese il panico, sapevo di aver fumato 24 ore prima e la mia carriera era a rischio.
La dea bendata aiutò il giocatore perché per il test furono scelti il numero 9 e il numero 11 del Palace dell’epoca, Mark Bright e Phil Barber. Il 10, che indossava Wright, non fu tra i numeri sorteggiati: “Ero nervoso. Avevo la maglia numero 10 all’epoca e quando chiamarono la 9 pensai che fosse finita. Chiamarono la 11, stavo per collassare. Provai un tale sollievo e decisi di non fumare più”.
Lo scampato pericolo forse fu visto come un segno del destino dal calciatore, che decise così di cambiare vita e di non fumare più:
Pensai alla mia famiglia, a cosa avrebbero pensato di me, a cosa avrebbe pensato la gente. Ero andato via dal mio quartiere per giocare in un grande club ed ero stato vicino a buttare al vento la mia carriera, da allora non ho più toccato uno spinello nella mia vita.