Iachini: “Ho una dignità come uomo e professionista”

A Bobbadifalco la contestazione dei tifosi ha accompagnato l'ennesima giornata di passione del Palermo e del suo presidente, finito nell'occhio del ciclone per l'ennesimo ribaltone in panchina arrivato dopo le critiche durissime a Iachini ("è un deficiente, con lui andiamo in B") e le dimissioni da parte del tecnico. "Con il presidente non era più possibile continuare un percorso comune – ha ammesso a Mediaset l'ex allenatore dei siciliani -. Ho una dignità come uomo e come professionista. Le critiche di questi giorni sono state davvero esagerate. Eppure Zamparini mi conosce da due anni e mezzo, strano non si sia fatto un'idea sul mio gioco. Per questo ho lasciato. Non potevo stare a litigare con una persona di 75 anni, per questo ho deciso di interrompere il dialogo. Spero solo che il Palermo non retroceda, e lo spero per i giocatori e per i tifosi".

La decisione di abbandonare l'incarico è stata decisa e irrevocabile nonostante la mediazione per provare a convincere il tecnico a tornare indietro. Nulla da fare, la situazione era ormai arrivata a un punto di rottura tale da rendere impossibile qualsiasi forma di riconciliazione oppure semplice ‘tregua' fino al termine della stagione. Nemmeno l'invito da parte dei calciatori a restare (quale ulteriore attestato di fiducia nei suoi confronti) era servito tanto che lo stesso Iachini aveva deciso di non presentarsi all'allenamento al centro sportivo. La seduta programmata, infatti, è stata diretta da Viviani e Tedesco, dopo che anche il vice di Iachini, Carillo, aveva lasciato il quartier generale dei rosanero chiarendo (semmai ce ne fosse stato bisogno) che l'esperienza dello staff era ormai chiusa. "Non ci sono più i presupposti per poter continuare", ha ammesso abbandonando il campo a Boccadifalco.