I tweet commossi dei calciatori: “Addio, Jonah. Eri il Maradona del rubgy”
Il Pelé o il Maradona della palla ovale come lo definisce Del Piero in un tweet. Solo che qui la ‘mano de dios' non c'entra. La stazza del campione diventato leggenda è la stessa, quella fisica non altrettanto… Jonah Lomu però era considerato uno dei più forti giocatori al mondo di rugby, come il Dieci oppure la Perla Nera per gli appassionati di calcio. Icona dello sport in Nuova Zelanda e stella più brillante nel firmamento ‘scuro come la notte' degli All Blacks. Il gigante (era alto 196 cm) dalla velocità di uno sprinter (copriva i 100 metri in 10″8) si è arreso a 40 anni a una malattia degenerativa che lo aveva aggredito ai reni: non sono bastati un trapianto e un trattamento costante di dialisi per aiutarlo a sopravvivere, il suo corpo ha ceduto giovanissimo.
E da giovanissimo aveva alimentato la propria fama di campione quando, all'età di appena 19 anni, indossò per la prima volta la casacca della sua nazionale, quello che lo avrebbe consacrato all'attenzione del grande rugby mondiale. Carriera luminosa, successo folgorante contrassegnati da uno score personale di tutto rispetto: 37 mete in 63 partite giocate con la Nuova Zelanda fra il 1994 e il 2002, un record (15 mete ai Mondiali) che finora nessuno è riuscito a battere, la Coppa del Mondo del 1995 giocata da assoluto protagonista. A rendergli omaggio ci sono anche molti calciatori cresciuti all'ombra del suo mito, sia pure esponente di una disciplina diversa. Dall'Italia, oltre l'ex juventino ‘Pinturicchio', Kondogbia dell'Inter gli ha scritto: "Riposa in pace, leggenda del rugby".
