I trionfi del Manchester United nelle coppe: da Busby a Ferguson, ora tocca a Mou
Il Manchester United è la squadra che ha vinto più titoli in Premier League, è una delle squadre più forti e più vincenti del mondo, ed ha tifosi in ogni angolo del globo. Finora in Europa i Red Devils sono riusciti a vincere trofei solo con due grandissimi allenatori che hanno scritto la meravigliosa storia di questo club e anche la storia del calcio mondiale: Sir Matt Busby e Sir Alex Ferguson. A questa strettissima cerchia ha la possibilità di aggiungersi José Mourinho. Il portoghese ha l’opportunità di chiudere l’opera iniziata da questi due grandi allenatori. Perché lo United nella sua storia ha vinto 65 trofei, ma non è mai riuscito a conquistare l’Europa League che Mou ha la possibilità di portare a Old Trafford battendo l’Ajax nella finale di Stoccolma.
La 1a vittoria in Coppa dei Campioni
Ha una storia lunga e molto particolare il Manchester United, che nel 1908 e nel 1911 vince i primi titoli della sua storia, poi più nulla per quarant’anni. Nel secondo dopo guerra i dirigenti ingaggiano il tecnico Matt Busby, uno scozzese con alle spalle un’ottima carriera da difensore con Manchester City e Liverpool. Questo scozzese ha carisma, tatticamente è bravo e soprattutto alleva un bel gruppo di ragazzi, definiti qualche anno più tardi i ‘Busby Babes’ che dopo due secondi posti vincono il titolo nel 1951.
La tragedia di Monaco
Quella squadra con il tempo diventa sempre più forte e vince altri due campionati nel 1956 e nel 1957. Il 6 febbraio 1958 lo United è colpito da una tragedia. A Monaco di Baviera l’aereo con a bordo tutta la squadra si schianta tentando di partire: muoiono 23 dei 44 passeggeri. Busby si salva, con lui anche Bobby Charlton il giocatore più rappresentativo.
A Wembley Benfica battuto dopo i supplementari
Busby rimette in piedi il Manchester United, trova il mitico George Best, il bomber Denis Law, vince due volte il campionato inglese e nel 1968 raggiunge la finale di Coppa dei Campioni. A Wembley Busby, Charlton, Best e Law giocano anche pensando a chi quella finale avrebbe potuto giocarla se il destino non si fosse messo in mezzo. Dopo aver eliminato il Real Madrid in semifinale lo United sfida il fortissimo Benfica di Eusebio. L’arbitro di quella partita è il mitico Concetto Lo Bello. La partita è tesa, George Best a inizio ripresa segna l’1-0. Nel finale arriva il pari dei portoghesi, che sfiorano anche il gol della vittoria. Alex Stepney, portiere capace di slogarsi la mascella per aver urlato con troppa foga, fa i miracoli. Ai supplementari segnano ancora Best, Brian Kidd e Bobby Charlton, il grande capitano che alza al cielo la prima Coppa dei Campioni vinta da una squadra inglese.
Le inglesi tornano nelle coppe e Ferguson batte il Barcellona di Crujiff
Ogni storia è ancora più bella se c’è un po’ di sofferenza. E se il destino gioca un ruolo decisivo, nel bene o nel male, tutto è ancora più spettacolare. Sir Alex Ferguson è un mito del calcio e lo è soprattutto per lo United, con cui ha vinto tutto e che ha guidato per quasi ventisette anni. Ma, come ha ricordato lui stesso nella sua prima autobiografia, se non avesse vinto la FA Cup nel 1990 sarebbe stato cacciato. Quella finale si gioca due volte. Perché Crystal Palace e Man Utd pareggiano a Wembley per 3-3. Il regolamento non contemplava i rigori nella prima finale e ci fu il replay, che decide un difensore, Lee Martin.
Ferguson conquista il suo primo trofeo e può proseguire con il Manchester, che la stagione seguente disputa la Coppa delle Coppe, che in quell’anno presentava ai nastri di partenza la Juventus di Baggio, il Barcellona e la Sampdoria (che l’anno seguente si sfidarono nella finale di Coppa dei Campioni). Insomma un parterre de roi. Ferguson arriva in finale evitando tutte le big. La Sampdoria esce ai quarti, mentre il Barcellona in semifinale butta fuori la Juve.
A Rotterdam il Manchester United riporta in auge il calcio inglese. Per la prima volta dalla drammatica notte dell’Heysel i sudditi di Sua Maestà giocano una finale europea. Il Barcellona di Crujff che ha stravinto il campionato sembra super favorito. Ma in finale non ci sono il portiere Zubizzarreta, Amor, Stoichkov e Nadal, lo zio di Rafa (il re della terra rossa). Ferguson si presenta con una formazione forte, ma non eccelsa. In difesa giocano Bruce e Pallister, due che hanno un fisico roccioso, ma che non hanno per niente l’aspetto dei calciatori professionisti – qualche birra di troppo si nota. In porta c’è Les Sealey, sorprendente eroe della finale con il Palace che l’anno dopo lasciò il posto a Schmeichel e che purtroppo morì a soli 43 anni nel 2001.
Mark Hughes decide la finale
L’organizzazione di Ferguson ha la meglio sul bel gioco del grande Crujiff. Nella ripresa arrivano tutti i gol. Bruce colpisce di testa, Busquets respinge, sul pallone si avventa Mark Hughes ed è 1-0. Dopo sette minuti il gallese, che da oltre una decina d’anni allena con profitto in Premier League, raddoppia. Ronald Koeman, grandissimo difensore olandese e che pure lui fa l’allenatore di Premier, accorcia le distanze ma non basta. Ferguson vince 2-1. Il Manchester United conquista per la prima volta la Coppa delle Coppe e dopo ventitré anni torna a vincere in Europa.
L’impresa di Barcellona. Sheringham e Solskjaer fanno il miracolo. Ferguson diventa baronetto
Sir Alex dopo la vittoria in Coppa delle Coppe continua a modellare lo United, acquista un paio di grandi campioni (Schmeichel e il mito Cantona) e alleva tanti giovani che saranno parte fondante della squadra per anni e anni (Beckham, Giggs, Scholes, Butt, i fratelli Neville). Nel 1993 arriva il primo titolo in Premier. Ferguson vince in patria anche nel 1994, nel 1996 e nel 1997. La stagione 1998-1999 è probabilmente la migliore di sempre per i Red Devils che ottengono un favoloso ‘trouble’. Schmeichel in porta protegge, Scholes e Kenae non fanno passare nessuno a metà campo. Beckham e Giggs volano e creano sulle fasce e quattro attaccanti fortissimi la buttano dentro.
Rimonta epica con il Bayern, ed è trouble
Sul filo lo United precede l’Arsenal in campionato, vince la FA Cup e punta tutto sulla Champions, che fino a quel momento rappresentava un enorme tabù. In semifinale ad Old Trafford si presenta la Juventus, con una vittoria e due finali nelle tre edizioni precedenti, finisce 1-1. Un buon risultato per la squadra di Ancelotti che nella gara di ritorno subito segna due gol con Inzaghi. It’s always the same old story pensano i tifosi dei Red Devils. Ma la solita vecchia storia non si ripete. Perché il Manchester compie una rimonta memorabile. Perché Roy Keane e Yorke portano in parità l’incontro e nel finale segna pure Andy Cole. Finisce 3-2, lo United è in finale di Champions. In Inghilterra i tabloid favoleggiano nei giorni seguenti sulle feste notturne dei ‘Calipso Boys’, Yorke e Cole’. Ferguson chiude un occhio perché una rimonta epica può permettere anche per una volta le ore piccole.
A Barcellona il Manchester United gioca dopo 31 anni la finale di Champions, l’avversario è il Bayern Monaco. Ancora il Bayern sulla strada dei Red Devils. Il destino a volte ha degli incroci stranissimi. Ferguson schiera la sua formazione migliore contro un guru del calcio come Hitzfield, uomo molto elegante che è giunto in finale con il trentottenne Matthaeus praticamente in difesa. Il primo gol del match lo segna SuperMario Basler. Il Bayern colpisce pure un palo con Scholl. La finale sembra prendere la direzione di Monaco di Baviera. Ma lo United ha grinta, carattere e un pizzico di fortuna, che non guasta mai.
Ferguson nel finale manda in campo Sheringham e Solskjaer, che scrivono nei due minuti di recupero assegnati da Collina una storia incredibile. Al 90’ Teddy Sheringham, vecchio leone dell’area di rigore, tramuta in gol un tiro innocuo di Giggs. Il Bayern sente il colpo. Forse pensavano di aver già vinto la coppa. All’ultimo secondo sugli sviluppi di un corner il tocco decisivo è del norvegese Solskjaer. Il Manchester vince 2-1, torna sul tetto d’Europa, vince per la seconda volta il trofeo e riporta la coppa in Inghilterra dopo quindici anni. A fine anno Ferguson diventa Baronetto.
Ai rigori lo United vince la 1a finale tutta inglese di Champions
Lo United impiega nove anni per tornare in finale di Champions. Nel 2008 i Red Devils arrivano a Mosca da super favoriti contro il Chelsea, nella prima e unica finale tutta inglese di questa manifestazione. Il Manchester ha in avanti Cristiano Ronaldo, Wayne Rooney e Carlitos Tevez. Ferguson è riuscito a far coesistere questo splendido tridente, che ha terrorizzato tutte le squadre della Premier League. Il Chelsea in finale ci arriva un po’ a sorpresa in un’annata strana. Perché Mourinho in autunno lascia il posto a Grant, un amico di Abramovich.
L'incredibile errore di Terry
Ronaldo porta in vantaggio lo United, Frank Lampard pareggia. L’1-1 è il risultato finale sia al 90’ sia dopo i tempi supplementari. I rigori sono emozionantissimi. Cristiano Ronaldo è l’unico a sbagliare tra i primi nove tiratori. Capitan John Terry va sul dischetto sapendo che se trasforma il penalty il Chelsea vince, ma scivola e manda il pallone fuori. Anderson e Giggs fanno il loro dovere. Anelka no. Van der Sar neutralizza la conclusione del francese e regala il successo allo United. Ferguson in finale poi ci è tornato nel 2009 e nel 2011, ma ha perso due volte con il fortissimo Barcellona di Guardiola e Messi. Adesso José Mourinho proverà ad unirsi a due miti del calcio britannico e proverà a conquistare l’unico trofeo che manca al Manchester United.