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I suoi primi 40 anni, Gattuso: “Le sconfitte meglio delle vittorie, mi davano energia”

Il neo allenatore rossonero è prossimo a spegnere 40 candeline da tecnico del Diavolo. La società con cui ha vinto tutto ciò che c’era da vincere da giocatore: “Non amo perdere, mai. Le vittorie? No, ho impresse nella mente le sconfitte: Istanbul, Yokohama. Ti forgiano, ti danno energia”
A cura di Alessio Pediglieri
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I suoi primi 40 anni. Dal Milan al Milan. Per Gennaro Gattuso il compleanno sarà a tinte forti rossonere perché il neo allenatore del Milan spegnerà le candeline martedì prossimo. Durante la pausa del campionato dove è stato chiamato dalla dirigenza a prendere il posto di Vincenzo Montella alla guida della prima squadra. un compito arduo ma intenso e soprattutto stimolante per chi, proprio al Milan ha dedicato la propria vita sportiva.

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Vittorie e sconfitte. Per ‘Ringhio' tutto è servito a crescere, a migliorare, a mantenere la fame sempre accesa sia sul piano agonistico che su quello umano. Perché Gattuso è in campo così com'è nella vita: un leader nato, un combattente, uno che non si arrende mai e che accetta sempre la sfida guardandola in faccia. Come nel caso del Milan, dove la ‘follia' di accettare è andata di pari passo con la voglia di imprimere la propria mentalità ad un gruppo considerato allo sbando.

E tra i tanti successi conquistati in rossonero, tutto in campo nazionale e internazionale, per Gattuso le vere maestre di vita sono state le sconfitte. Le prove più ardue in cui ha forgiato il proprio carattere, non i piedi, visto che in campo dava tutto tranne distillazione di qualità: "Soffrivo le sconfitte: Istanbul  è stata una mazzata grandissima, l'ho vissuta proprio male. A Yokohama contro il Boca Juniors  un'altra serata bruttissima".

E' vero, sono state più le vittorie, forse un appagamento nei successi che ha tolto emozioni e fame: "Quando vincevo, non festeggiavo e pensavo già alla partita seguente. Ricordo le sconfitte, anche perché le vittorie ti davano energia. Le sconfitte bruciavano, e servivano persone che ti dessero una mano per rialzarti. Devo dire che qui al Milan ce n'erano tante di queste persone in grado di aiutarti".

La carriera in rossonero e in nazionale gli ha dato tantissimo: un Campionato del Mondo con la Nazionale (2006), oltre a un Europeo Under21 (2000), ma anche due Champions League, due Supercoppe Europee, due Scudetti, un Mondiale per Club, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane con la maglia del Milan (467 presenze, 11 reti).

Oggi, Gattuso, prossimo 40enne è tornato in base, al Milan, sedendo sulla stessa panchina che era di Sacchi, Capello, Ancelotti. C'è lui a guidare il Diavolo, non più dal campo ma dall'area tecnica. Una prova che al momento sta provando a superare con il solito spirito combattivo: "Non amo mai perdere, nemmeno se gioco con mio figlio". Che Andrè Silva impari subito la lezione perché Ringhio non aspetta nessuno.

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