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I gradoni di Zeman, i percorsi militari di Bielsa: 5 folli allenamenti del calcio

Non basta saper giocare a calcio, fare gol e servire assist al bacio ai compagni. Molti allenatori preferiscono preparare prima al meglio i calciatori dal punto di vista atletico: dal boemo a Bielsa i loro metodi sono davvero durissimi.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Non basta correre, sudare e convincere quotidianamente l’allenatore in settimana con grandi prestazioni, durante gli allenamenti, per guadagnarsi un posto da titolare. Spesso, i tecnici di alcuni importanti club europei, preferiscono adottare dei metodi del tutto particolari e curiosi, quasi simili ad un addestramento militare, per preparare al meglio i suoi atleti alle gare ufficiali di campionato o quelle delle coppe. Scopriamo quindi, insieme, quali sono gli allenatori che, nel corso degli anni, si sono distinti maggiormente per metodi d’allenamento che possiamo definire “folli”.

Il boemo Zeman al primo posto

E’ stato da sempre uno degli allenatori più chiacchierati. Non solo per le sue durissime accuse rivolte alla Juventus per il presunto uso di sostanze dopanti, negli anni ’90, da parte di alcuni ex calciatori bianconeri, ma anche per il suo incredibile gioco spettacolare ma poco prudente, con tanti gol fatti, ma soprattutto tanti anche quelli subiti. Stiamo ovviamente parlando di Zdenek Zeman, oggi ritornato sulla panchina del Pescara per salvare il salvabile e, probabilmente, cominciare già a programmare la prossima stagione in B. Diplomato come preparatore all’ISEF, Zeman è famoso soprattutto per i suoi rigidi metodi d’allenamento. Il pallone si vede poco, prima c’è spazio solo per addominali, balzi e ripetute. La preparazione atletica estiva inizia con 15 km di corsa in due giorni, poi gli ostacoli e il potenziamento. Ripetute da 2,4 km (tre per giorni) più sei giri di pista d’atletica, addominali alti e bassi, lavoro sui 20 metri con sacchi d’acqua da 20 litri, affondi in piedi, da seduto, a corsa. Balzi per allenare la forza. Attenzione massima per l’alimentazione ma non solo. Senza dimenticare gli ormai famosissimi gradoni.

Van Gaal, il sergente di ferro

Quando allenava il Manchester United, alcuni calciatori dei “Red Devils”, si lamentarono molto, giudicando i suoi allenamenti fin troppo “oppressivi”. In realtà, Louis Van Gaal, è da sempre noto ai calciatori come uno di quei sergenti di ferro da cui diffidare per quanto riguarda i metodi d’allenamento. L’ex Bayern Monaco e ct dell’Olanda, oltre ad essere un innamorato delle doppie sedute, applica alcuni movimenti, solitamente utilizzati in altri sport, anche nel calcio. Infatti, quando allenava la Nazionale degli Orange, volle nel suo staff anche un ex giocatore di hockey, in modo tale da insegnare ai calciatori alcuni metodi di quello sport come rapidità, coordinazione e agilità negli spazi stretti. Ma l’aspetto più strano, stava nei metodi di comportamento. Quando era allo United, il tecnico era solito mandare mail ai propri giocatori con allegati precisi rapporti su errori e difetti riscontrati, il tutto corredato da video come testimonianza del buon occhio dell’allenatore. Per ogni mail aveva “in dotazione” uno speciale software in grado di registrare non solo l’avvenuta lettura del messaggio, ma anche la permanenza del lettore davanti allo schermo.

All’Inter con un “percorso militare”

E’ stato il terzo, e probabilmente ultimo, allenatore della stagione attuale dell’Inter gestione Suning. Dopo un breve inizio con Roberto Mancini, la squadra fu affidata prima a De Boer, prima di passare definitivamente a Stefano Pioli, che all’apparenza sembra molto tranquillo, ma che invece negli allenamenti, fa della corsa il suo pane quotidiano. Sia quando era alla Lazio, ma forse anche all’Inter, predispone in campo dei veri e propri "percorsi di guerra" in cui si devono cimentare tutti i giocatori. Gli esercizi prevedono anche di prendersi a spallate, e giocare al tiro alla fune, sottoponendosi a delle penitenze durante le partitella finale. Oltre agli allenamenti in stile militare, a Formello raccontavano anche di gare di paintball.

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Allenamenti folli per Bielsa

E’ da sempre uno degli allenatori che ha sempre appassionato il mondo intero, soprattutto per i suoi modi di intendere il calcio e viverlo con la massima passione. Stiamo parlando di Marcelo Bielsa, uno di quei tecnici molto precisi e che mette sempre in primo piano la condizione atletica dei suoi calciatori prima di schierarli in campo e farli giocare con la palla. Quando allenava al Marsiglia, molto famosi erano i suoi metodi d’allenamento. Oltre alle corse in montagna, “El Loco”, predisponeva, durante il percorso, degli ostacoli da superare in stile militare. Dall’arrampicata alla fune, passando per la traversata sulla trave. Ma non solo. Durante la corsa in montagna, venivano predisposti anche degli attrezzi da palestra, costruiti in legno, per consentire ai calciatori un recupero attivo che permettesse loro di fare diverse serie di addominali: bassi, alti e obliqui.

https://www.youtube.com/watch?v=Pp7aOSd2MOA

Simeone fa “vomitare” i calciatori

Con il suo Ateltico Madrid, Diego Pablo Simeone, sta facendo davvero benissimo. Pensare che lo scorso anno ha raggiunto la sua seconda finale di Champions League negli ultimi 3 anni (entrambe perse contro il Real Madrid). Il suo segreto? Sicuramente i suoi metodi d’allenamento sono sempre improntati a usare il pallone, ma prima di cominciare a farlo, bisogna correre. Piramidi e percorsi a tempo ben definiti, vengono prima delle precise lezioni di tattica impartite dal “Cholo” ai suoi calciatori. Uno degli esempi di questi duri allenamenti del tecnico argentino, arriva direttamente dal ritiro dell’estate scorsa.

Durante uno dei tanti allenamenti infatti, ha fatto parlar di sé Bernard Mensah, centrocampista ghanese classe ’94 che ha trascorso l’ultima stagione scorsa in prestito al Getafe (10 presenze tra Liga e Copa del Rey). Dopo un’ora di lavoro, Mensah, esausto, sfinito e senza forze, si accasciò a terra per la fatica e cominciò a vomitare, tornando negli spogliatoi senza nemmeno iniziare la fase di esercizi col pallone. Fu lui la prima vittima dei ritmi forsennati di Simeone in vista dell’attuale stagione in corso.

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