I cuginetti di ‘Ibra’ sognano la riconferma, ecco la Svezia Under 21
Dopo anni nei quali la Svezia ed il suo calcio non riuscivano a regalare una qualche gioia ai tifosi, troppo lontano l’oro olimpico dei giochi di Londra del 1948, nel 2015 l’Under 21 del ct Ericson riportava in alto il proprio Paese con l’incredibile trionfo nella rassegna continentale di categoria in Repubblica Ceca.
Un successo non pronosticato, e forse, non pronosticabile da nessuno con un’ascesa inarrestabile dalla prima gara con l’Italia (vinta 2-1) all’ultima contro il Portogallo (vittoria ai rigori). Una affermazione che oggi però, appare lontana anni luce con la selezione del confermatissimo Ericson ancor meno attrezzata del sorprendente biennio precedente. In questo contesto, a pochissimi giorni dall’inizio dell’Europeo polacco con proprio la gara inaugurale a Kielce che vedrà la Svezia incrociare i guantoni con l’Inghilterra, analizziamo prima delle altre “magnifiche 7”, noblesse oblige, la compagine scandinava campione in carica.
La Svezia Under 21
Dal secondo posto del 1992 al trionfo nel 2015
Come dicevamo in precedenza la Svezia e la sue rispettive rappresentative nazionali non hanno sempre garantito ai propri sostenitori trofei, successi e gloria anzi. Prima del 2015 e della vittoria dell’undici di Ericson, infatti, la nazionale maggiore aveva regalato un secondo posto al mondiale di casa nel 1958 contro il Brasile del baby Pelé, qualche ottavo di finale ed un terzo posto nella rassegna iridata statunitense, dove, anche lì, Brolin, Larsson, Mild e Andersson dovettero cedere il passo al Brasile. Una semifinale europea nel 1992, un bronzo olimpico ed il già citato oro nel ’48 chiudono poi il quadro dello scarno palmares gialloblù. Di pari passo con i grandi anche le selezioni nazionali under 21 avevano faticato non poco con 7 partecipazioni su 20 alle fasi finali di un europeo, 2 semifinali (1990, 2009) ed un secondo posto nel 1992.
Uno score avaro di soddisfazioni fino al torneo ceco del 2015 quando Thelin, Guidetti, Hiljemark, Quaison, Ishak e Lindelof riuscirono ad estromettere l’Italia dal girone, eliminare la Danimarca in semifinale e a battere ai rigori il Portogallo dei vari Raphael Guerreiro, William Crvalho, Joao Mario, Bernardo Silva e Ricardo Pereira.
4-4-2 un modulo quasi eterno
La compagine svedese è una di quelle che non vanno troppo per il sottile coi numeri, i sistemi di gioco ed i tatticismi estremi. Il modulo gialloblù è, senza soluzione di continuità, il vecchio ma non per questo inadatto ai tempi che corrono 4-4-2. Dal 2015 ad oggi, in questo specifico aspetto, non sembra cambiato nulla con 4 difensori, 4 centrocampisti e 2 attaccanti davanti al portiere Dahlberg in forza al Goteborg. Corsie laterali dunque come catene esiziali nel quale imbastire manovre offensive con i due centrocampisti centrali (Olsson, Hallberg) come fulcro, come centro nevralgico dal quale tessere tutte le trame d’attacco gialloblù. Il tutto, con le solite caratteristiche dei collettivi scandinavi fatte di fisicità, atletismo, struttura ma anche grinta, cattiveria e quel pizzico di cinismo tutto nordico.
Valutazioni di mercato, Oyarzabal vale tutta la Svezia
Per comprendere come la Svezia non sia, ai nastri di partenza, nel novero delle favorite malgrado lo scettro di campione in carica, basta analizzare i valori di mercato (stando al portale transfermarkt.it) delle 12 nazionali impiegate nella manifestazione. Ebbene, la compagine di Ericson risulta, al termine del veloce resoconto, terzultima con 14.4 milioni di euro davanti solo a Macedonia, ferma a 6.5 e Slovacchia a 12.8 milioni. Certo, il calcio è affascinante, magico e coinvolgente anche per la capacità delle “cenerentole” di partire dalle retrovie per poi recitare una parte da protagonista eppure, il pensiero che, un Oyarzabal, un Dahoud o un Caldara valga esattamente come l’intera nazionale Under 21 svedese autorizza a pensare che non sarà questo il caso, il momento di una underdog come la Svezia.
Talenti migliori: Wahlqvist, Mrabti e Strandberg
Al netto della buona organizzazione di gioco, di una discreta qualità media negli interpreti a disposizione del Ct e della scelta di non convocare il talento più fulgido del movimento svedese, ovvero il 17enne Alexander Isak, alcuni calciatori emergono su altri per le loro ottime qualità.
Da segnalare, in particolare, il terzino destro del Norrkoping Linus Wahlqvist, bravo in fase di non possesso ma soprattutto in fase di spinta (1 milione di euro), il centrale di centrocampo del Groningen Simon Tibbling (2.5 milioni di euro), il mediano del Basilea Fransson (1.5 milioni), ma anche il vicecapitano reduce dal trionfo del 2015 con un passato nelle giovanili dell’Arsenal Kristoffer Olsson (600mila euro), l’esterno di origini tunisine Mrabti (5 reti in 13 gare ed una valutazione di 300mila euro), l’attaccante metà mozambicano del Westerlo Carlos Strandberg (1 milione ed una media di 0.5 reti a partita in nazionale) ed il talentuoso Joel Asoro stellina del Sunderland (1.5 milioni di euro).