video suggerito
video suggerito

I cori di Gattuso, gli striscioni di Ambrosini, le maschere di Materazzi: quando i calciatori si trasformano in tifosi

I cori in curva di Gattuso contro Leonardo sono l’ultimo episodio di cattivo esempio. Ma insieme ai calciatori, ci sono allenatori e presidenti. Come Mazzone nel 2006 sotto la curva dell’Atalanta…
A cura di Alessio Pediglieri
27 CONDIVISIONI
gattuso milan

Non è stato di certo un anno positivo quello di Rino Gattuso, malgrado il tricolore vinto con il Milan dopo sette anni di astinenza, conquistato sul campo con la fascia da capitano rossonero. Anzi, si può tranquillamente dire che l'anno di Ringhio sia stato un anno "stonato" per riprendere il tema dei cori da stadio in cui è stato immortalato a Roma, in curva con i propri tifosi durante i festeggiamenti rossoneri. Gattuso insulta Leonardo e lo fa pesantemente, senza un motivo valido e davanti al mondo intero visto che i suoi stessi tifosi l'hanno ‘tradito' pubblicando sul web le immagini di un gesto che ha scatenato le reprimenda e le critiche di tutto il mondo del calcio. Giustamente, visto che Gattuso, oltre che essere capitano del Club più titolato al Mondo, è anche stato un simbolo della Nazionale Italiana con cui ha conquistato il Mondiale nel 2006 e ha totalizzato 73 presenze, oltre ad essere da sempre un calciatore e un uomo coerente nel suo modo di fare e di pensare, indicato ai ragazzini quale esempio di dedizione, correttezza, fair-play e grinta. Proprio per tutti questi aspetti – e per tanti altri tra cui l'essere semplicemente un uomo di 33 anni e un professionista tesserato e non un ‘teppistello' da curva – questa volta "Ringhio" ha sbagliato palcoscenico e contenuti per far vedere i denti.

gattuso milan

QUANDO "SCAPPA" L'IGNORANZA – La cosa più grave è però anche il fatto di aver confermato il livore oltre misura contro il suo ex allenatore Leonardo contro cui si era già scatenato l'anno passato dopo il divorzio del brasiliano con il Milan. Che Gattuso e Leonardo non si siano mai piaciuti è risapuito, ma il fatto che anche dopo essere stato ‘beccato', il centrocampista milanista non abbia voluto nè scusarsi nè lenire con spiegazioni quanto era accaduto in curva, lascia più che perplessi. "Mi scappa l'ignoranza" aveva detto Gattuso in altre occasioni, con una genuinità di chi dice ciò che pensa e a volte non pensa ciò che dice, scusandosi e ammettendo le proprie colpe. Così come il titolo della sua biografia ufficiale, che ne identifica la personalità: "Chi nasce quadro non può morire tondo".
Eppure, in questo caso più di uno spigolo doveva venire smussato – al di là del rancore con l'attuale allenatore dell'Inter con cui si chiarirà se mai lo vorranno entrambi – soprattutto per ciò che Gattuso rappresenta nell'immaginario calcistico per i giovani. Quella di Roma, però è solo l'ultima nota stonata di una stagione che – dicevamo – travagliata. Il fiore all'occhiello, in senso negativo, è stato in Champions League, quando davanti al mondo intero, colpì con una testata Jordan in Milan-Tottenham, "guadagnandosi" Gattuso cinque turni di squalifica. Ma lì, al contrario di ora, malgrado tutto, le scuse – forse a denti stretti, forse imposte dalla società – arrivarono.

materazzi inter

MATERAZZI CAPITANO DEL TEAM DEI GIOCATORI-TIFOSI – Ma il "fenomeno" Gattuso non è il solo, anche se forse il più brutto, di come spesso – troppo spesso – calciatori, allenatori e presidenti si trasformano in "tifosi" della domenica. Eclatanti, sempre in casa Milan fu lo striscione innalzato da Massimo Ambrosini, sul pullman del Milan che festeggiava la Champions del 2007 contemporaneamente al tricolore dell'Inter: "Lo scudetto, mettilo nel c…" recitava una frase oramai passata alla storia e che ha fatto storia. Visto che di calciatori-tifosi non ce ne sono pochi, anzi e la stessa Inter ne annovera uno in particolare: Marco Materazzi. Proprio ‘Matrix', vincendo negli ani successivi, ancora tricolori e Coppe Italia non si dimenticò mai dell'"amico" rivale Ambrosini, dedicando a lui e ai tifosi rossoneri, altri striscioni sul tema. Ma Materazzi, ad esempio, si è "fregiato" di altre esultanze da tifoseria, come nell'anno del Triplete conquistato dall'Inter di Josè Mourinho. In quel caso, il difensore nerazzurro si fece stampare – e andò a ruba tra i tifosi interisti – una maglietta che lo ritraeva con la Coppa Campioni vinta dopo 45 anni, e un'allusione in questo caso, alla Juventus e alle polemiche di Calciopoli sulla restituzione dello scudetto 2006: "Rivolete anche questa?" recitava la scritta provocatoria e allusiva. Lo stesso Materazzi che fece scatenare le ira e le critiche per un'esultanza nel dopo derby, vinto dall'Inter, quando al novantesimo ancdò a festeggiare in mezzo al campo con una maschera che ritraeva Silvio Berlusconi, presidente rossonero. Una mossa fuoriluogo, che la società nerazzurra fece passare come una semplice ‘burla' ma che venne condannata da tutto il Milan.

IL FRATELLO GEMELLO DI MAZZONE – Ma non solo i calciatori perdono la bussola, in loro compagnia ci sono anche gli allenatori e i presidenti. Mitica, in senso negativo, fu la galoppata surreale di Carletto Mazzone, allora tecnico del Brescia che in un derby contro l'Atalanta, si fece tutto il campo correndo e esultando come un tifoso: era il 2006 e il tecnico esplose la sua rabbia dopo il pareggio per 3-3 siglato da baggio dopo essere stato in svantaggio 1-3 ed essere stato insultato dai tifosi nerazzurri per tutta la partita. Ma anche in quel caso, dopo la ‘pazzia' arrivarono puntualmente le ‘scuse' con lo stesso Mazzone che sdrammatizzò: "Io dico sempre che ho un fratello gemello, che siede in panchina alla domenica".

DE LAURENTIIS-LOTITO, PRIMO ROUND AL NAPOLI – Tornando ai giorni nostri, ha fatto scalpore anche la lite tra due presidenti di serie A che hanno superato la soglia del buon senso: Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito, presidenti rispettivamente di Napoli e Lazio, sono stati protagonisti di una "scazzottata" alla cena organizzata dal consiglio di Lega per trovare un accordo "bonario" sui diritti tv, lo scorso marzo. Qualche parolina di troppo tra i due e poi, persa la pazienza, il patron partenopeo è passato ai fatti: pugni e qualche spintone che hanno mandato al tappeto Lotito colpito sul naso, un po' sulla spalla e un po' sul viso: Poi sono intervenuti Adriano Galliani, vicepresidente vicario del Milan, e Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, che hanno bloccato la reazione del laziale.

27 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views