I calciatori deferiti dalla Procura della FIGC

Dopo l’ufficializzazione dei deferimenti, come promesso, la Figc ha pubblicato le motivazioni che hanno portato al deferimento di ventidue società e sessantuno calciatori. Dalle carte si nota subito che l’indagine è stata lunghissima. Palazzi già nel dicembre 2011 ha iniziato a sentire i protagonisti dell’inchiesta di Cremona, quella che aveva portato la penalizzazione dell’Atalanta, la fine della carriera di Cristiano Doni e l’arresto di Beppe Signori.

I calciatori coinvolti – Il Procuratore Federale dopo aver letto il materiale, ha contestato a Erodiani, all’ex calciatore del Bari Bellavista, a Beppe Signori, ai calciatori Parlato, Gervasoni, Sommese, Micolucci e all’ex dirigente del Ravenna Buffone la violazione dell’articolo 9: ‘perché si sono associati in un numero superiore a tre per commettere degli illeciti.’ Successive indagini hanno confermato che questo gruppo di scommettitori si muoveva all’estero, infatti la sede principale dell’organizzazione era sita a Singapore, e che il cosiddetto gruppo dei ‘bolognesi’ capeggiato da Signori aveva contatti forti con il gruppo degli ‘zingari’, che faceva da collegamento con esponenti della criminalità locale di diversi paesi. Il gruppo degli ‘zingari’ aveva il compito di contattare i singoli calciatori.

Sampdoria e Atalanta deferite per responsabilità oggettiva –  Palazzi è poi passato ad esaminare le posizioni di sei calciatori che facevano parte dell’organizzazione: Sartor, Carobbio, Zamperini, Bertani, Mario Cassano e Cristiano Doni. Tutti sono accusati della violazione dell’articolo 9. Di conseguenza vengono accusate anche le loro società di appartenenza per responsabilità oggettiva: l’Albinoleffe, il Grosseto, il Siena e lo Spezia, dove ha giocato Carobbio. Poi ci sono le squadre di Bertani il Novara e la Sampdoria. L’Atalanta per mezzo di Doni e il Piacenza  perché è stata la squadra di Mario Cassano.