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I 79 anni di Trapattoni: “Non torno in panchina perché sennò mia moglie mi lascia fuori casa”

Il tecnico che ha spento 79 candeline ha spiegato i motivi del suo mancato ritorno in panchina: “Mi manca allenare, ho avuto anche delle offerte ma mia moglie mi ha detto ‘se esci ancora di casa cambio la serratura e non entri più”.
A cura di Marco Beltrami
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Il 17 marzo ha spento 79 candeline sulla torta, eppure lo spirito e la grinta sono quelle di un ragazzino. Giovanni Trapattoni, vera e propria icona del calcio italiano, è intervenuto nelle vesti di ospite nella trasmissione televisiva di Rai Uno "Che tempo che fa", regalando vere e proprie "perle". Tanti gli argomenti affrontati dal Trap che nella sua incredibile e lunghissima carriera, da calciatore prima e da allenatore poi, si è reso protagonista anche fuori dal terreno di gioco con le sue ormai proverbiali interviste impreziosite da massima del calibro di "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".

Trapattoni e il retroscena sul mancato ritorno in panchina

La sua carriera da guida tecnica si è conclusa alla guida dell'Irlanda nel 2013 (trascinata agli Europei dopo 24 anni di assenza), dopo aver collezionato in 40 anni di attività una miriade di trofei che ne hanno fatto uno dei tecnici più vincenti della storia. Eppure, a 79 anni suonati, Trapattoni sarebbe pronto per una nuova avventura professionale. La panchina manca tantissimo all'esperto mister che però ha dovuto fare i conti con gli "equilibri" familiari ancor prima che con quelli tattici. Ecco allora svelato il motivo del suo stop alla carriera da allenatore: "Mi manca la panchina, ho avuto anche delle offerte ma mia moglie mi ha detto ‘se esci ancora di casa cambio la serratura e non entri più".

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Quando Trapattoni marcò Pelé

In occasione dei festeggiamenti per il compleanno, vissuti in famiglia con i nipoti, Trapattoni ha sicuramente avuto modo di raccontare numerosi retroscena sulla sua carriera. Alcuni di questi sono stati resi di dominio pubblico nella trasmissione Rai. Impossibile dimenticare infatti il suo esordio da calciatore in Serie A, con la maglia del Milan: "Quando mi dissero che avrei giocato la sera prima non dormii tutta la notte". E soprattutto è passato alla storia, il celebre Italia-Brasile del 1963, un'amichevole in cui l'arcigno Trap contrastò con successo nientemeno che Pelè: "La mia fortuna è stato che era lui quello bravo".

Il Trap e il celebre sfogo contro Strunz

Come dicevamo prima però, il Trap è celebre anche per le sue interviste e soprattutto per uno sfogo. Indimenticabile la conferenza stampa del marzo del 1998 quando allenava il Bayern Monaco. In quell'occasione il tecnico attaccò numerosi giocatori, in un tedesco maccheronico, per il loro rendimento negativo legato allo scarso impegno e alla mancanza di professionalità. Memorabile, l'arringa contro Strunz, passata alla storia. A distanza di anni, Trapattoni ci ha scherzato su: "E' passata alla storia perché il nome di quel ragazzo da noi ha un altro significato"

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