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Honda frusta il Milan: “Non bastano vecchi campioni per cambiare le cose”

Le parole del giapponese censurano le scelte adottate finora dai rossoneri: “Sulla carta il Milan poteva anche tornare ai fasti di un tempo, perché resta una società prestigiosa e dalla grande tradizione. Ma non credo che questo possa accadere mentre vestirò ancora questa maglia”.
A cura di Maurizio De Santis
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La domanda sorge spontanea: quanto tempo resterà ancora Honda al Milan? E, soprattutto, avrà mai spazio per giocare? Il quesito scaturisce dall'intervista che il calciatore giapponese ha rilasciato al giornale nipponico, Kyodo Neww. Parole in libertà, frasi senza peli sulla lingua, riflessioni e concetti come frustate all'orgoglio del club, alle scelte fatte negli ultimi anni, alla conduzione tecnica/societaria. Nessun rimpianto per aver lasciato il Cska Mosca, fatto i bagagli per dirigersi verso l'Italia e la sponda rossonera. Qualcosa, però, è andato storto: il trequartista del Sol Levante è rimasto offuscato dalla nebbia meneghina e a San Siro non ha mai brillato, semmai s'è acceso a luci alterne. Qualche lampo, nulla di più. "Quando accettai il trasferimento – si legge – sapevo che la squadra stava attraversando un momento difficile. Mi volle Allegri e pensavo che avrei potuto offrire il mio contributo per migliorare le cose. In realtà, tutto era destinato a peggiorare con gli allenatori che sono sempre stati esonerati".

Il feeling con Mihajlovic non è sbocciato, il nome di Honda è sulla lista dei partenti da tempo. Il suo orizzonte a Milano è limitato e le frasi raccolte dai media giapponesi quasi gli spalancano la porta d'uscita: ha un contratto fino al 2017 ma, in caso di buona offerta, potrebbe essere liberato in anticipo e senza alcun rimpianto. "Sulla carta il Milan poteva anche tornare ai fasti di un tempo, perché resta una società prestigiosa e dalla grande tradizione. Ma non credo che questo possa accadere mentre vestirò ancora questa maglia".

Terza stoccata, il riferimento ai cosiddetti ‘cavalli di ritorno'. "Non basta ingaggiare un campione, anche a fine carriera, per rimediare alla situazione". Un'affermazione come un cazzotto nello stomaco, la più difficile da mandar giù. Honda la tira fuori con assoluta serenità: "In passato sono anche arrivati giocatori come Kakà, Robinho, Balotelli, Torres, tutti ottimi calciatori – ha aggiunto il giapponese -. Ma solo loro non bastano".

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