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Hillsborough 25 anni dopo la tragedia: 96 morti e 7′ per commemorarli

In Premier fischio d’inizio con 7′ di ritardo in memoria delle vittime di Hillsborough. Spettacolo e commozione ad Anfield Road prima di Liverpool-Manchester City.
A cura di Maurizio De Santis
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The Truth, la verità. Così titolo The Sun per raccontare la tragedia di Hillsborough, 15 aprile 1989: 96 tifosi del Liverpool persero la vita schiacciati, soffocati, risucchiati in quel budello dello stadio di Sheffield troppo piccolo e inadeguato per accogliere oltre cinquemila persone. Per il week end la Football Association ha deciso che tutte le gare della Premier League inizino con sette minuti di ritardo in memoria delle vittime di allora. Ad Anfield Road arriva il Manchester City, la coreografia e i cori della Kop – la curva dei tifosi reds – sono da brivido. Uno spettacolo di colori e passione, emozione e dolore che si mescolano al profumo del prato e dell'erba rasata, perfetta. E' la giornata della memoria, allo stadio ci sono tutti: i padri con i figli seduti sulle spalle, i più giovani, quelli che hanno i capelli bianchi e gli zii con le basette ancora lunghe. Stessa fede, abbracciati in un ricordo commovente: la semifinale di Coppa d'Inghilterra tra reds e Nottingham Forest, quel rettangolo verde si trasformarono nell'ennesimo cimitero per la memoria del calcio. The Truth, la verità… la verità era che le immagini dell'Heysel e la furia cieca degli hooligans fece sì che i poliziotti e parte della stampa additassero le colpe di quel massacro alla violenza dei tifosi. E che venissero insabbiate le reali responsabilità di quella carneficina. Processi sommari ma The Truth, la verità era ben altra. "Aiutateci, così moriamo tutti", gridò il ragazzo che aveva scavalcato la recinzione per trarsi in salvo. Nessuno dimenticherà che, nonostante l'inferno fosse sotto gli occhi tutti, venne autorizzato l'inizio della partita e che si gioco per sei minuti prima che l'arbitro decidesse di sospendere l'incontro di fronte al dramma che si consumava sulle tribune. Nessuno dimenticherà i morti di Hillsborough perché The Truth, la verità su quel dannato pomeriggio di orrore e disperazione è stata stabilita solo nel 2012, dopo 23 anni da quel maledetto 15 aprile del 1989.

Il ricordo del Liverpool. "Ci sono 96 persone in cielo che sosterranno la nostra squadra. Vogliamo vincere la Premier per loro", ha ammesso Brendan Rodgers (manager dei reds). ‘Io gioco per Jon-Paul' è la frase che Steven Gerrard scelse per chiudere la sua autobriografia. Jon-Paul era sua cugino e aveva solo dieci anni quando morì in quella ressa infernale di Hillsborough. In un’intervista all'emmittente inglese Bbc dichiarò: "Vedere come la sua famiglia sconvolta dal lutto mi spinse a diventare il giocatore che sono adesso".

Non furono gli hooligans ubriachi e violenti a provocare quel disastro, secondo la tesi prevalente e filtrata dalle forze dell'ordine. Il rapporto Taylor, presentato a un mese dalla tragedia, mise in risalto carenze nell'organizzazione e nella sicurezza, ritardi nei soccorsi, responsabilità precise da parte della polizia come l’apertura del cancello C che venne disposta dall'allora sovrintendente capo, David Duckenfield. Tutto spazzato via dalla sentenza che nel 1991 definì come accidentale la morte di 96 persone. The Truth, la verità è emersa grazie all'inchiesta Hillsborough Indipendent Panel promossa dal vescovo di Liverpool e da ‘Justice for 96', l'associazione dei parenti delle vittime che si costituì parte civile. Il premier inglese, Cameron, in Parlamento rivolse le scuse alle famiglie di quei tifosi che avevano perso la vita a Hillsborough. Fu necessaria quella tragedia perché si capisse che gli stadi inglesi dovevano cambiare. The Truth, la verità ha sempre bisogno di qualche morto innocente per farsi ascoltare.

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