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Herrera attacca Messi: “Si lamenta degli arbitri? Pensi ai Mondiali vinti dall’Argentina”

Il portiere cileno Johnny Herrera, storico vice di Bravo, se la prende con Leo Messi, che aveva polemizzato con la Conmebol, e lo attacca: “Ha una bella faccia tosta a parlare di arbitri. L’Argentina ha vinto un Mondiale sotto dittatura e un altro con un gol di mano. Ora che ha perso si lamenta”.
A cura di Alessio Morra
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L'Argentina ha chiuso la Copa America sul podio, il terzo posto alla fine è stato un risultato soddisfacente considerato com'era iniziata la manifestazione, ma le polemiche non sono mancate. Leo Messi, giocatore solitamente corretto in campo e pacato fuori, dopo la semifinale con il Brasile se l'è presa con la Conmebol, la Confederazione che governa il calcio sudamericano. Parole durissime che potrebbero costare molto caro al campionissimo del Barcellona. Quelle parole non sono passate inosservate. A Messi ha risposto domenica scorsa il c.t. del Brasile Tite e poche ore fa anche l'ex portiere del Cile Johnny Herrera.

Johnny Herrera attacca Messi e l'Argentina, sui Mondiali vinti

Herrera ha 38 anni, gioca con l'Universidad de Chile, non ha giocato tantissime partite con la ‘Roja', ma ha fatto da riserva di Bravo e ha vinto pure lui, due volte, la Copa America. A questo giro non è stato convocato, ma in Brasile ha fatto sentire la sua voce, è stato commentatore della manifestazione, e ha attaccato Leo Messi. Ha usato argomenti forti Herrera che ha dato la sua opinione sui Mondiali vinti dall'Argentina:

Ha una bella faccia tosta a parlare di arbitri, sapendo come hanno vinto le due Coppe del Mondo. Una sotto dittatura e una con un goal di mano. Ora che ha perso si lamenta.

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L'attacco di Messi alla Conmebol e le possibili sanzioni

Il numero 10 del Barcellona dopo la sconfitta subita con il Brasile ha attaccato la Conmebol, ha detto che l'arbitraggio di quel match è stato fazioso, c'erano due rigori (per lui) per l'Argentina che non sono stati nemmeno rivisti al VAR. Ora Messi rischia una sanzione dalla Confederazione, che potrebbe punirlo, anche con una squalifica di due anni, per comportamento offensivo o di diffamazione nei confronti dell'istituzione e dei suoi funzionari.

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