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Hector Cuper e le finali perse: una carriera da perdente seriale

Tutto sembrava pronto per rompere la maledizione che accompagna Hector Cuper da più di vent’anni ma ancora una volta l’allenatore argentino si è fermato a un passo dal trionfo: l’Egitto si arrende al Camerun e le finali in cui l’Hombre Vertical si è dovuto arrendere aumentano. Intanto è partita un’altra sfida…
A cura di Vito Lamorte
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Poteva essere la volta buona. Tutto sembrava pronto per rompere la maledizione che accompagna Hector Cuper da vent'anni ma ancora una volta l'allenatore argentino si è fermato a un passo dal trionfo. Nella finale della Coppa d'Africa l'Egitto era andato in vantaggio contro il Camerun grazie ad una rete di Elneny ma i Leoni Indomabili sono riusciti a ribaltare il risultato e anche questa volta l'Hombre vertical è rimasto a bocca asciutta. Questo signore di Chabas ha una carriera da tecnico contrassegnata da sconfitte che avrebbero buttato giù un toro ma lui non ci sta: dopo essere caduto, si rialza e ricomincia a lavorare con lo stesso metodo e la stessa applicazione. L'ex allenatore di Inter, Maiorca e Valencia dopo la sconfitta nell'ultimo atto della Coppa d'Africa non si è sottratto alle domande dei giornalisti e ha voluto dedicare un pensiero soprattutto ai suoi ragazzi:

"Voglio congratularmi col Camerun. Non sono triste perché ho perso una finale, sono più che altro desolato per i miei giocatori. È vero, esco ancora sconfitto da una finale, non voglio dire che mi sono abituato, ma…".

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Il rapporto di Hector con le sconfitte nei rush finale è diventato quasi un sentimento con il quale convivere: domenica il destino ha bussato nuovamente alla porta di Hector Cuper ma nemmeno stavolta l'Hombre Vertical è riuscito a scalare l'Olimpo e indossare la corona del campione. L'allenatore argentino non è mai sceso a compromessi, ha sempre sostenuto le sue opinioni e con la tenacia riuscirà a restare in piedi anche questa volta: la Federazione egiziana lo ha confermato per punta alla qualificazione ai Mondiali del 2018 in Russia. Un’altra impresa da compiere, un’altra occasione per restare nella storia. Questa volta positivamente, forse.

(*In grassetto le finali vinte).

Tonfo Huracan

Il 28 agosto 1994 nell’ultima giornata del Torneo di Clausura. Alla sua prima stagione da allenatore, il giovane Hector Cuper ha guidato il suo Huracan in vetta al campionato argentino e ad una sola partita dalla conquista del titolo. Nello scontro diretto decisivo contro l’Independiente, i Los Quemeros crollano per 4-0 e Los Diablos Rojos volano sul tetto d’Argentina. La prima vittoria in carriera arriva nel 1996 con il Lanus con cui conquista la Copa Conmebol e il nome di Cuper inizia ad affascinare i club europei.

Maiorca, doppio ko

Alla sua prima esperienza in Europa perde due finali in due anni. Con il Maiorca arriva la sconfitta nella finale di Copa del Rey contro il Barcellona, nel 1998, ai rigori dopo aver visto lottare i suoi in 9 contro 11 per tutti i supplementari.

Nella sua seconda stagione un altro finale amaro ma, questa volta, in Europa: l'ultimo atto della Coppa delle Coppe vede la squadra delle Baleari perdere 2-1 contro la Lazio a Birmingham grazie alle rettili Vieri e Nedved. Per gli spagnoli ha pareggiato Dani.

Valencia, disfatta europea

L'anno successivo Cuper approda sulla panchina del Valencia e la squadra del Mestalla diventa un punto di riferimento nel panorama europeo. Purtroppo il bilancio è negativo anche in questo caso. In tre anni sono due le finali di Champions League disputate e sono altrettante le sconfitte: nel 2000 a Saint-Denis c'è il derby spagnolo con il Real Madrid di Raul e Roberto Carlos ma l'abitudine delle merengues a vincere riporta la coppa nella capitale dopo due anni dal precedente trionfo.

La seconda finale di Champions League dal triste finale per il Valencia è arrivata un anno dopo a Milano, nel 2001, ma questa volta è il Bayern Monaco ad avere la meglio ai rigori. Decisivi gli errori di Zahovic, Carboni e Pellegrino.

Inter, 90 minuti da brividi

Arriva la chiamata dall'Italia per Hector. È Massimo Moratti a volerlo. Nella prima stagione i nerazzurri guidano il campionato fino all’ultima giornata. Il 5 maggio 2002 sembra tutto pronto per la vittoria del tricolore dell'Inter ma la Lazio vince per 4-2 e permette alla Juventus e alla Roma di scavalcare la squadra di Vieri e Ronaldo ed il possibile primo posto si trasforma in un incredibile terzo posto.

https://www.youtube.com/watch?v=4oeGtAq9FoY

Aris, finale amara

Al suo primo anno in Grecia Héctor Cúper porta l'Aris Salonicco alla finale della Coppa di Grecia, sconfiggendo in semifinale il Kavala, dell'ex cagliaritano Fanis Katergiannakis, e in finale trova il Panathinaikos. La squadra di Atene vince il trofeo grazie ad una rete di Leto.

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