Hakan Sukur, il Toro del Bosforo in esilio: dai gol in campo all’accusa di terrorismo
Torino, Parma, Inter. E poi il Galatasary e la nazionale: Hakan Sukur è stato uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio turco, capace di cambiare le partite, imporsi per tecnica, prestanza fisica e personalità in patria dove è ancora oggi ricordato come un'icona sportiva a tutto tondo. Soprannominato il Toro del Bosforo, il re incontrastato in Turchia nel mondo dello sport, oggi tutti lo hanno dimenticato, vuoi per obbligo vuoi per opportunità, una volta inviso al regime di Erdogan.
E dire che proprio Sukur, dopo le aree di rigore aveva scelte le arene politiche per continuare a restare al centro della scena e lo aveva fatto inizialmente appoggiando lo stesso Erdogan, prima di fuggire in America dove si è rifugiato per sfuggire alla giustizia turca che l’ha accusato di aver insultato Erdogan e di essere stato parte del golpe mancato del 15 luglio 2016.
La carriera politica e le accuse di terrorismo
Il mandato di cattura
Accuse tremende, che hanno costretto l'ex attaccante ad abbandonare tutto e tutti, scappare oltre Oceano con l'accusa di terrorismo sulle spalle, perdendo ogni privilegio e onore, costretto a ricostruirsi una realtà gestendo oggi a Palo Alto il ristorante Tuts Bakery&Café. Un eroe dimenticato che ha perso tutto, soprattutto da un punto di vista sportivo, in fama e riconoscimenti.
Con Erdogan e contro Erdogan
Nel 2011, dopo il ritiro calcistico, Sükür era stato eletto deputato in Parlamento nelle file del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, proprio l’Akp che è ancora oggi ben saldo al comando nel Paese. Ma la sua carriera politica finisce quando scoppia la tangentopoli turca nel 2013 e alcuni esponenti del governo Erdogan vengono travolti. Sukur cambia schiera politica e finisce a essere inviso al regime in carica.
L'eroe del calcio turco
Una vita dedicata al Galatasaray
Di Hakan Sukur, oggi, nessuno rischia di ricordare le imprese sportive. E' l'attuale primatista della nazionale turca in fatto di gol: ben 52 in 112 presenze totali. Con il Galatasaray, club in cui è arrivato giovanissimo, a 20 anni, ed in cui è esploso calcisticamente, in tre stagioni vince due campionati turchi, una Supercoppa e una Coppa nazionale. Poi, passa in Serie A, al Torino, in una sfortunata parentesi che dura una manciata di mesi. Di rientro al Galatasaray, conquista quattro titoli consecutivi, tre coppe nazionali e due supercoppe di lega laureandosi per tre volte consecutive capocannoniere del campionato.
Le parentesi italiane e inglesi
Nel 2000 vince la Coppa Uefa contro l'Arsenal e nell'estate dello stesso anno passa all'Inter, club in cui resta una stagione prima di passare al Parma, con cui conquista nel 2001 una Coppa Italia. Poi, dopo una parentesi al Blackburn in Premier, ritorna in patria dove si toglie l'ultimo sfizio professionale: indossa nuovamente la casacca del Galatasaray per altre 5 stagioni, segnando 55 gol e diventando con 249 reti il massimo realizzatore del campionato turco.