“Hai dimenticato le scarpe”. “Le prendo domani”. L’ultimo messaggio di Astori a Sportiello
"Hai dimenticato le scarpe da me". "Grazie, le scarpe non mi servono. Le prendo domattina prima di colazione". Alle 23.34 di sabato sera l'ultimo messaggio via WhatsApp tra Marco Sportiello e Davide Astori prima che calasse la notte e le tenebre prendessero il sopravvento, prima che il cuore del capitano della Fiorentina facesse i capricci fino a spegnersi. Avevano giocato assieme alla playstation nella camera del portiere, un rituale che si ripeteva spesso tra compagni e amici. Un occhio al monitor e al joypad, un altro alla partita tra Napoli e Roma: una serata come un'altra, di quelle solite che precedono i match di campionato quando vai in ritiro e raccogli le forze perché il giorno dopo ti aspettano il campo, i tifosi, gli avversari, l'arbitro e l'orologio che corre.
Astori è morto da solo, nella stanza numero 118 dell'albergo ‘Là di Moret' di Udine dove la Fiorentina alloggiava in attesa di giocare la gara di campionato con i friulani. Quando i compagni di squadra si sono accorti che a colazione non c'era hanno capito subito che qualcosa non andava: lui era sempre tra i primi ad arrivare, non avevi bisogno di andarlo a tirare giù dal letto ma lo trovavi già lì, seduto al tavolo. Poco dopo le 9.30, invece, c'è stata la tragica scoperta del corpo esanime del difensore: lo hanno trovato steso sul fianco sotto le coperte, coricato nel suo letto. Nella stanza tutto era in ordine (è il dettaglio rivelato da fonti investigative e rilanciato dalle agenzie): sul comodino aveva solo il cellulare e nemmeno un bicchiere d'acqua. Nulla di anomalo. Astori era andato a letto sereno, mandando un bacio alla propria compagna e alla figlioletta. Poi ha chiuso gli occhi e non li ha aperti più.
L'autopsia verrà svolta in queste ore, ma tutto – come annunciato dallo stesso procuratore di Udine – lascia presagire che la morte sia avvenuta per cause naturali. Inspiegabili e terribili, difficili da accettare perché pensi che al cuore di uno sportivo, 31enne, non possa mai accadere una cosa del genere. E poi c'erano state le ultimi analisi svolte mercoledì 28 febbraio che nulla di allarmante avevano registrato. Però la vita è così, anche quando va via non chiede il permesso. Ti volti a guardare, non la trovi. E ti lascia un vuoto immenso dentro.