Guardiola: applausi al Bayern, ma il Barça ha dominato l’ultimo decennio

Non solo Barcellona. Pep Guardiola, prossimo tecnico del Bayern, elogia tutto il calcio iberico all'indomani della storica imbarcata subita da Real Madrid e Barcellona ad opera dei bavaresi e del Borussia Dortmund. Non solo una difesa dovuta, ma anche una riflessione onesta su un movimento iberico che nell'ultimo decennio non ha avuto eguali ma che oggi si ritrova a fare i conti con il calcio tedesco. Dove Guardiola avrà l'onore di entrare dalla porta principale.
Sì, perchè se è vero che il tecnico catalano ci ha messo un bel po' per espellere le tossine che aveva subito sulla panchina del Barça, tanto bella quanto stressante, adesso con il nuovo contratto in tasca e un futuro già scritto, Pep Guardiola si può permettere di trarre conclusioni e considerazioni sul mondo del calcio a 360 gradi. "Il calcio tedesco è stato molto interessante quest'anno, ma quello spagnolo, grazie a due allenatori come Luis Aragones e Vicente del Bosque, è arrivato a livelli altissimi: abbiamo vinto due Europei e un Mondiale, e occhio a quello che può succedere in Brasile. La Spagna ha dominato il calcio negli ultimi 12 anni" ha detto Guardiola a margine di una conferenza a Bogotà, regalando caramelle a tutti. Al proprio passato e al proprio futuro. "Il Bayern sta facendo una stagione incredibile" ha poi continuato "ma non parlo del Bayern ora, sarebbe scorretto. Ne parlerò quando ne sarò allenatore".
E allora via alla valigia dei ricordi, colorati di Azulgrana, iniziando da Leo Messi: "È stato fondamentale per la mia formazione di allenatore, ho imparato molto da lui, è un piacere poterlo vedere e utilizzare" ha ammesso il tecnico che poi ha voluto incensire anche i propri maestri tecnici: "Juan Manuel Lillo, Johan Cruyff e Carles Rexach. A loro devo molto, come a Bobby Robson o Louis van Gaal. O a Llorenc Serra Ferrer, a cui devo gli ultimi giorni della mia carriera sportiva. Ma non credo di lavorare più di altri allenatori, ho visto tecnici in quarta o quinta divisione fare un lavoro incredibile e poi io avevo al mio fianco molti bravi collaboratori". Infine, una carezza al Barcellona: "La mia tappa al Barca è chiusa. Uno nasce, cresce e diventa grande. Quando uno decide di lasciare un club è sempre meglio di quando sono gli altri a decidere per te. Ma al Barcellona sono stato felice".