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Higuain, la solitudine del numero 9: 17 passaggi e 2 tiri, perché il Milan lo aiuta

In due partite, fra trofeo Bernabeu e debutto in campionato, Higuain ha tirato solo 3 volte. Resta isolato nell’attacco del Milan, che nelle azioni dei gol al San Paolo fa a meno del suo centravanti. Si è mosso lontano dall’area, ha spedito appena 8 palloni negli ultimi 30 metri. I rossoneri dovranno cercare meno le fasce per integrarlo.
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La solitudine del centravanti. Alla prima in rossonero, nella notte da ex al San Paolo, Higuain galleggia lontano dall'area, e non è del tutto una novità. La capacità di aprire spazi e dettare la profondità, quei tagli fuori linea che tanto piacevano già a Fabio Capello a Madrid, dovrebbero essere solo un elemento dentro un percorso di costruzione. Dovrebbero essere solo il primo tempo, la semina prima del raccolto in area. Invece, di fronte al Napoli del maestro Ancelotti, il Milan dell'allievo Gattuso sembra fare a meno del Pipita.

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Il Pipita non incide: due tiri, zero passaggi chiave

In 90 minuti, l'argentino non centra lo specchio della porta, limitato a un sinistro in curva da buona posizione e un altro, smorzato e finito docile fra le braccia di Ospina. Non distribuisce passaggi chiave, non porta compagni al tiro, è ancora un corpo estraneo fatto piovere dentro una squadra che per tutta la scorsa stagione ha imparato a fare a meno di un finalizzatore e che ora, d'improvviso, è chiamata a orientare diversamente il possesso, a occupare diversamente gli spazi nelle due fasi.

Gattuso, nell'intervista post match a Sky, l'ha difeso ma sarebbe stato sorprendente il contrario. "Fino al 55′ ha toccato tantissimi palloni – ha detto -, dopo l'abbiamo trovato poco quando abbiamo cominciato ad aver paura. Può fare molto di più, ma alza la nostra qualità e ci può dare tantissimo". La mappa dei passaggi della prima ora di 11Tegen11, però, sembra smentirlo.

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Solo 17 passaggi in 90 minuti

I gol nascono da un lancio di Suso con sponda di Borini per Bonaventura, il secondo da un'azione simile con interpreti diversi, in successione Biglia, Suso e Calabria. È un Milan che esalta la creazione dei triangoli fra la mezzala e il terzino di riferimento, ma che ha fatto a meno nella concatenazione della manovra negli ultimi trenta metri del suo terminale offensivo. Un centravanti, peraltro, che non vive come un sacrificio l'appoggio alla manovra.

In tutta la partita, Higuain ha toccato 31 palloni e smistato 17 passaggi, di cui solo otto destinati negli ultimi trenta metri. Ha aperto il gioco prevalentemente verso destra, zona da cui si originano 13 delle 29 azioni d'attacco rossonere, secondo il report della Lega Calcio: non a caso Calabria gioca dieci palloni più di Rodriguez sulla fascia opposta. Undici le verticalizzazioni, altrettanti i passaggi indietro.

I palloni toccati da Higuain a Napoli
I palloni toccati da Higuain a Napoli

Tre conclusioni in due partite in rossonero

Va tre volte al dribbling e in altre nove occasioni sfida l'avversario nell'uno contro uno. Ma la bassa percentuale di riuscita, appena mitigata dai due falli subiti, rinforza l'immagine di una prestazione slegata dallo sviluppo del gioco, di un giocatore ancora fuori dagli schemi.

Higuain recupera 2 palloni e 5 ne perde, partecipa alla fase difensiva con un contrasto riuscito e un intercetto. Crea soltanto un'occasione da gol, nel contesto di una squadra che rimane bassa e corta nel primo tempo, e al complicarsi del punteggio avanza il baricentro da 41.19 a 48.87 metri nella ripresa. In due partite, a parte il gol nel trofeo Bernabeu contro il Real, Higuain si vede poco perché poco viene cercato. A Napoli, Sarri gli richiedeva un'elevata varietà di movimenti, l'aveva messo al centro del gioco perché si muove nello spazio come nessuno, con una propriocezione sviluppatissima che si orienta intorno a due capisaldi: la palla e la porta avversaria.

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Obiettivo Milan: cambiare gioco per integrare Higuain

Nel calcio adattabile e sinuoso di Allegri una parte di quei movimenti, soprattutto senza palla, veniva affidata a Dybala, a cui il tecnico chiedeva di abbassarsi per ricevere e aprire il gioco. Higuain, nelle ultime due stagioni, ha ridotto tiri e passaggi di media a partita, anche se ha continuato a mandare un compagno al tiro una volta ogni 90 minuti. Nel contesto di una squadra che l'anno scorso ha fatto girare più il pallone rispetto alla stagione precedente, Higuain ha raddoppiato gli assist e ridotto i gol di un terzo, ha giocato 0.5 palloni lunghi di media in meno e ne ha persi 0.5 di più.

I dettagli statistici della gara di Higuain contro il Napoli (fonte sofascore.com)
I dettagli statistici della gara di Higuain contro il Napoli (fonte sofascore.com)

Cambiare lo stile della squadra in attacco richiede tempo, anche se Gattuso non ha certo tutti i torti a non chiedere un Milan Higuain-dipendente. Ma tra la dipendenza e l'isolamento passano cinquanta sfumature di rosso e di nero. I suoi gesti al San Paolo, la chiara richiesta di passaggi diversi e scambi più rapidi, con i rossoneri in vantaggio, raccontano di un'integrazione ancora lontana dall'essere ottimale, così come i sette cross rispetto ai due del Napoli. Ma non è in questo tipo di situazioni, con palla alta a difesa schierata, che Higuain può fare la differenza. Ha bisogno di più passaggi filtranti, magari sfruttando di più i dialoghi con Suso, che può insistere a cercare lo spazio di mezzo con frequenza ancora maggiore. Ma soprattutto dovranno cambiare i meccanismi di distribuzione delle mezzeali, che ora vanno sul sicuro scaricando il pallone sulla fascia. Per esaltare Higuain, servirà un Milan più stretto, meno teso a svuotare il centro per liberare spazi. La solitudine del numero 9 non è una strada che porti al successo.

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