Gol e vittoria dopo un anno, l’Italia riparte dal gioco ma non ha ancora un attacco forte
L'Italia s'è desta? Questo non possiamo ancora dirlo con certezza ma i segnali sono molto incoraggianti. Gli azzurri tornano a vincere una gara ufficiale a distanza di un anno (9 ottobre 2017 in Albania) grazie all'affermazione in Polonia e rompono questa maledizione che sembrava accompagnare l'inizio della gestione di Roberto Mancini. A segnare quello che potrebbe essere un vero e proprio spartiacque per il futuro prossimo è uno dei freschi esordienti di questa nazionale: Cristiano Biraghi ha concretizzato una superiorità nettissima da parte dei ragazzi in maglia azzurra (almeno 7 occasioni da goal nitide su azione) e una voglia matta di dimostrare che l'Italia non era quella vista nelle uscite della Uefa Nations League di settembre.
I segnali positivi c'erano già stati nella gara amichevole contro l'Ucraina, quando la squadra azzurra aveva fatto registrare il 63% del possesso palla con occasioni importanti non sfruttate che avevano permesso ai ragazzi di Andriy Shevchenko di chiudere sul risultato di parità (1-1) ma se nella gara di Genova i cambi avevano trasformato un po' il volto della squadra a Chorzow questi ragazzi hanno dimostrato di non mollare un cm e di essere pronti per indossare la maglia azzurra, nonostante molti abbiano spesso detto il contrario in questi ultimi mesi.
Il tridente leggero e il "falso nueve"
Al tridente "leggero" è mancato solo il goal stasera, diciamocelo chiaramente e senza girarci troppo intorno. Chiesa-Bernardeschi–Insigne è quanto di meglio il nostro movimento ci propone in questo momento e Mancini si è affidato, giustamente, a loro per provare a dare una sterzata al momentaccio della Nazionale. Gli errori e la sfortuna hanno impedito ai tre stoccatori di trovare la via della rete ma il solco tracciato è quello giusto e se Balotelli, Belotti, Immobile e Zaza vogliono cullare sogni azzurri dovranno sudarseli a furia di goal e prestazioni convincenti.
L'unica cosa certa è che sembra essere proprio il reparto offensivo quello che soffre di più visto che nelle prime tre gare della nuova competizione Uefa sono andati in rete un centrocampista e un difensore (Jorginho e Biraghi).
Jorginho e Verratti: qualità al potere
Fino a poco tempo fa qualcuno si divertiva a dire che Marco Verratti e Jorginho non avrebbero potuto giocare insieme in Nazionale per caratteristiche troppo simili invece Mancini ha dimostrato che con due uomini di grande qualità in mezzo al campo l'Italia ha tenuto il pallino del gioco in mano (68% di possesso anche stasera) e non ha lasciato mai il pallino agli avversari. Entrambi hanno tenuto benissimo il campo per tutti i 93′ minuti e potrebbero essere proprio loro a far fare il salto di qualità ai compagni.
Il "fattore Barella"
La sorpresa più gradevole di queste ultime gare dell'Italia è certamente Niccolò Barella. Il capitano del Cagliari è entrato subito benissimo nel 4-3-3 di Mancini e grazie all'ottimo lavoro dei suoi compagni di reparto e della catena di destra (Florenzi-Chiesa) è stato uno dei migliori in campo per tranquillità e visione.
Dove stiamo andando?
La notte è passata? Vincere aiuta a vincere e gli azzurri non ci riuscivano da troppo tempo. Il rischio retrocessione è stato scongiurato ma ha fatto accendere una lampadina e il calcio italiano probabilmente l'avrebbe mal digerita. Dopo le prove di settembre Roberto Mancini ha riconfermato per due gare la stessa formazione e ha messo in chiaro da dove vuole far ripartire il progetto Italia. Adesso la sfida col Portogallo può addirittura valere l'accesso alle semifinali della Nations League e proprio contro i campioni d'Europa in carica il 17 novembre a San Siro capiremo quale potrà essere il prossimo futuro della Nazionale.