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Globe Soccer Awards, Lukaku bacchetta l’Italia: “Razzismo? Italia segua modello inglese”

Romelu Lukaku ai Globe Soccer Awards di Dubai è tornato sull’argomento razzismo e sugli episodi che hanno riguardato lui e altri calciatori in questa prima parte di campionato: “Arrivo dall’Inghilterra dove c’è molta severità. Ci sono molte telecamere negli stadi e i tifosi aiutano a individuare i responsabili. In Italia bisognerebbe replicare questo modello”.
A cura di Vito Lamorte
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Le critiche nei suoi confronti erano state tante sia per la cifra spesa (65 milioni di euro più 10 milioni di bonus) in estate che per alcune prestazioni non brillantissime ma in ventidue partite tra Serie A e Champions League il bottino di 14 gol nella prima parte di stagione di Romelu Lukaku con la maglia dell’Inter può essere considerato positivo. L'impatto dell’attaccante belga sulla squadra di Antonio Conte è stato decisivo e proprio dell’esperienza all'Inter ha parlato ai Globe Soccer Awards di Dubai e ha dichiarato come questa parentesi arrivi nel momento giusto del suo periodo di maturazione:

Il periodo al Manchester United mi ha aiutato mentalmente facendomi crescere come persona e come calciatore. Non sarà mai per me una brutta esperienza perché mi ha aiutato a raggiungere gli obiettivi dove sono oggi.

Sul suo approdo all'Inter Lukaku ha parlato così: "Mi sono preparato molto per arrivare qui. Nella mia testa c’è molta più serenità e sicurezza".

Lukaku: Razzismo? Italia segua il modello inglese

Lukaku è tornato sull’argomento razzismo e sugli episodi che hanno riguardato lui e altri calciatori in questa prima parte di campionato. Per il calciatore belga l'Italia dovrebbe seguire quanto è stato fatto in Inghilterra e le società dovrebbero prendere posizione in maniera netta per prevenire episodi di discriminazione:

Arrivo dall’Inghilterra dove c’è molta severità. Ci sono molte telecamere negli stadi e i tifosi aiutano a individuare i responsabili. In Italia bisognerebbe replicare questo modello. Noi da calciatori possiamo provare a cambiare le cose. Le squadre devono prendere posizione. Quello che è successo a me a Cagliari è stato triste. Ci sono giocatori di diverse etnie e religioni, ma lavoriamo tutti insieme. Perché allo stadio non possiamo solo goderci la partita anziché soffermarci sul colore della pelle o sulla sua razza?

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