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Gli ultrà si picchiano allo stadio, ma in tribunale tornano amici e si spalleggiano

E accaduto in aula mentre il Gip confermava le accuse e i fermi ai 21 giallorossi dopo gli scontri presso il Bentegodi di domenica mattina in occasione di Verona-Roma. Un manipolo di ultrà delle due squadre hanno manifestato solidarietà con gli arrestati: “Ci meniamo, ma poi siamo tutti fratelli”
A cura di Alessio Pediglieri
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Gli ultrà si picchiano, si accoltellano, si sprangano, si feriscono. A volte si uccidono anche, per una partita di pallone. Ma alla fine sono amici. Dopo le botte, si stringono la mano e vanno a bere insieme. Questo è il messaggio che è arrivato forte e chiaro dal tribunale di Verona dove venivano giudicati 21 tifosi giallorossi a seguito delle risse fuori dal Bentegodi in occasione di Verona-Roma.

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Un nutrito manipolo di capipopolo delle curve sia scaligeri che romanisti si sono infatti stretti attorno ai compagni fermati dalla polizia manifestando la solidarietà del mondo ultrà che lontano dagli stadi e dal clima partita, costituiscono la stessa famiglia, dove non si lascia nessuno da solo. Mai, nemmeno in tribunale.

E' il cortocircuito del calcio italiano, il mondo della Curva – intesa nel suo insieme, senza colori né bandiere di parte – i cui meccanismi perversi di autoregolamentazione in pochi comprendono. Soprattutto se vivono la situazione dal di fuori. Così, nasce spontaneo il clima esterrefatto attorno ai capi ultrà che si sono presentati in aula, intervenendo all'udienza di convalida per portare "solidarietà" ai 21 romanisti.

I 21 fermati in questione, erano stati arrestati domenica 4 febbraio in seguito agli scontri fuori dallo stadio Bentegodi. La logica ultrà, dello stadio "zona franca" dove tutto è lecito, ma lontano da partite e zone tutti si è di nuovo fratelli uniti dalla passione per il calcio, è stata ribadita da un manipolo di tifosi mentre il Gip convalidava gli arresti.

Noi ci meniamo di brutto, però dopo la partita tutto finisce e torniamo amici

Uno slogan che insieme ad altri di intimidazione verso le forze dell'ordine e la dirigenza del calcio italiano, costituisce il nucleo duro del tifo ultrà italiano ma non solo. Che ha regole tutte proprie. Come è accaduto in occasione della sfida tra Verona e Roma. Domenica mattina, 50 ultrà veronesi si sono spostati in modo compatto, impugnando pesanti tubi e coprendosi il volto con cappucci e sciarpe, portandosi nei pressi dello stadio Bentegodi.

Hanno affrontato i tifosi giallorossi, lanciandosi reciprocamente addosso bottiglie e altri oggetti, poi hanno cominciato a picchiarsi a colpi di cinghiate e con tutto ciò che trovavano sul campo di battaglia. Gli scontri sono durati pochi minuti, fino all'arrivo della Polizia. Davanti alla quale gli ultrà veronesi, conoscendo le strade, si sono dileguati, mentre i romanisti sono stati bloccati e arrestati.

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