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Giovani ed entusiasmo, la Nazionale c’è ma non è tutto oro quel che luccica

Calciatori di talento, entusiasmo ritrovato, brillantezza fisica tra le note liete della Nazionale a margine del doppio confronto per le qualificazioni di Euro 2020 con Finlandia e Lichtenstein. In attesa di avversari più competitivi (Grecia e Bosnia a giugno), non mancano le note stonate: un gioco più verticale e piedi buoni in fase di rifinitura; laterali che creano superiorità non solo con la corsa, ma anche con la capacità di entrare nel campo e fare gioco con centrocampisti e attaccanti.
A cura di Jvan Sica
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Le partite contro la Finlandia e il Liechtenstein sono diventate molto più semplici di quello che erano all’inizio di queste qualificazioni europee. Roberto Mancini ha evidentemente utilizzato la Nations League per due tipi di test. Il primo sugli uomini, convocandone molti e cercando tante soluzioni anche in campionati stranieri. Il secondo invece riguardante il modulo, con il 4-3-3 che resta lo schema di riferimento, ma al suo interno ha cercato di trovare interpreti che sappiano renderlo flessibile, sia in difesa (passando spesso a 3) sia in attacco (dove gli esterni devono accentrarsi per fare gioco con i centrocampisti e rifinire).

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Dopo tanto cercare e provare, oggi l’Italia sembra avere un’idea precisa sulla strada che vorrà percorrere almeno fino agli Europei 2020. In un contesto del genere, ancora in definizione, ci sono stati elementi nettamente positivi, anche se alcuni problemi ancora da mettere a posto sono comunque presenti.

Cosa è piaciuto di questa nuova Nazionale di Mancini

  • In primo luogo a piacere più di tutto è un concetto che sembrava non essere importante, invece per il baratro in cui eravamo finiti, è diventato necessario. L’entusiasmo che dal campo passa alle tribune e poi agli spettatori in tv è un toccasana fondamentale per ripartire. Tutto il periodo Ventura è stata una lunga fase calante nell’interesse e nella passione verso la Nazionale, sfociata poi nel disastro della mancata qualificazione ai Mondiali di Russia. Oggi, anche grazie alle facce nuove volute da Mancini, c’è un atteggiamento differente che si sta diffondendo.
  • Il secondo elemento positivo da sottolineare è la brillantezza fisica dimostrata sia contro la Finlandia che il Liechtenstein. Le sgroppate irresistibili di Spinazzola, gli strappi di Keane, la potenza di Romagnoli, la verve di Verratti non erano scontate. Sovrastare fisicamente avversari come i ragazzi del Principato può sembrare normale ma negli ultimi anni anche contro avversari come Albania, Lussemburgo e Macedonia abbiamo sofferto, venendo battuti nei playoff per Russia 2018 da una squadra come la Svezia che ci ha dominato proprio fisicamente.
  • E poi ci sono i giovani, forse la cosa più importante che è successa con Mancini. Kean ha 19 anni, non gioca quasi mai nella Juventus, eppure Mancini lo ha voluto titolare, venendo ricompensato con due gol consecutivi. Zaniolo è un anno più grande e ha forza, gioca con grande intensità e anche quella piccola follia creativa che serve nella sua posizione. Come terzo giovane, impossibile non citare Barella, un tuttocampista che ci serve come il pane. E con loro ci sono Romagnoli, Sensi, Politano, Gianluca Mancini, tutti ragazzi che hanno giocato con personalità in queste partite, il primo passo importante per potersi affermare.
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Le note stonate, in attesa di avversari più competitivi

  • Se le cose positive sono state tante, alcune lacune non possono essere nascoste. Con la Finlandia per 50 minuti abbiamo giocato male, con la punta centrale, Immobile, che non riusciva a dare verticalità alla manovra, Bernardeschi era appannato dopo la partita pazzesca contro l’Atletico Madrid e il gol di pura forza e gioventù di Keane è stato fondamentale per non avere brutte sorprese nei minuti finali della partita. Serve maggiore ritmo, un gioco più verticale in tanti momenti della partita e piedi buoni in fase di rifinitura.
  • Al di là del gioco appannato per una buona parte del match contro la Finlandia, a mancarci ancora sono due laterali di difesa che sappiano fare tutto quello che oggi viene chiesto ai migliori laterali in circolazione. Se guardiamo quanto sono importanti calciatori come Marcelo, Kimmich, Marco Alonso, Bernat nelle rispettive squadre, vien da sé che i nostri Biraghi, Florenzi, Piccini, Spinazzola, anche se contro il Liechtenstein ha fatto un’ottima partita, siano ancora un gradino sotto. Avere laterali che creino superiorità non solo con la corsa, ma anche con la capacità di entrare nel campo e fare gioco con centrocampisti e attaccanti, è un tassello che ancora ci manca.
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