Gioielli sulle fasce: i 5 esterni offensivi migliori della Serie A
In un calcio che cambia tatticamente anno dopo anno, alcuni ruoli tendono a scomparire (vedi il libero ad esempio) mentre altri, sul rettangolo di gioco, finiscono inevitabilmente per diventare maggiormente utilizzati e apprezzati dai tecnici. È il caso degli esterni offensivi o delle ali d’attacco che, specie in questi ultimi anni, stanno trovando molto più spazio nei moduli più impiegati in Europa come il 4-2-3-1 o il 4-3-3. Una figura in campo davvero preziosa che, sia in fase di possesso che in quella di non possesso, diventa importantissima per i meccanismi collettivi di squadra. Per prestare maggiore attenzione a questa specifica posizione in campo, parliamo dei 5 migliori interpreti presenti nel nostro campionato.
José Maria Callejon, l’infaticabile
Il migliore in Italia, se non addirittura in Europa, in questa precisa porzione di campo è José Maria Callejon. L’esterno offensivo del Napoli, infatti, oltre a guadagnarsi questo ipotetico primato per via dei suoi 7 centri in campionato, per i suoi 8 assist vincenti, per le 32 occasioni da gol create o per gli 1.8 passaggi chiave a partita, figura fra i primi per applicazione tattica e rientri difensivi. Lo spagnolo ex Madrid, non a caso, risulta essere, nella compagine allenata da Sarri, sempre o quasi, il calciatore con più chilometri percorsi a partita (sesto in rosa con 10.4 Km di media) nella costante, talvolta testarda, rincorsa del terzino avversario. Una propensione difensiva, un senso della tattica ed una comprensione del gioco tali da permettere a Callejon, nella decade con maggior qualità media nella nazionale spagnola, di conquistarsi anche qualche sporadica ma eloquente convocazione nella Roja.
Assist e equilibrio: “la versione di…Insigne”
Dopo le 12 reti dello scorso anno ed il buon europeo transalpino, le pressioni e le attese sullo scugnizzo partenopeo Insigne sono cresciute, se possibile, ancora di più. Eppure, l’avvio di stagione non è stato dei migliori con l’esterno napoletano in continua polemica con la società per un presunto ritardo nel rinnovo del contratto con brutte prestazioni conseguenti e infinite polemiche. Da fine ottobre però, il numero 24 azzurro ha ricominciato a riprendere la corsa interrotta la passata stagione con uno score importante fatto di 5 gol (nelle ultime 9 di campionato) e 5 assist vincenti a favore dei propri compagni, uno in particolare: Callejon. Un rendimento in costante ascesa che ha rimesso Insigne al centro del progetto tecnico di mister Sarri e nel novero delle ali d’attacco più forti del campionato in grado, con corsa e concentrazione, di risultare decisivo come “inventore” di gioco (52.5 passaggi di media e 1.9 assist a partita) e determinante nei panni di primo interditore in fase passiva.
Felipe Anderson ed il suo definitivo salto di qualità
Un altro ottimo interprete del ruolo in questa nostra Serie A è il laziale Felipe Anderson. Il numero 10 biancoceleste, infatti, pur essendo leggermente indietro rispetto allo scorso anno in termini di reti segnate (2 contro le 5 della stagione 2015/16), è sorprendentemente avanti, con un minor numero di gare giocate (17 sulle 25 dell'annata precedente), per assist vincenti messi a referto (ben 8). Un ruolino di marcia molto buono che dimostra come il carioca si sia ben inserito negli schemi del tecnico Inzaghi e come lo stesso stia ormai vivendo, largo a destra nel 4-3-3 dell’allenatore emiliano, quella definitiva consacrazione sempre rincorsa nelle ultime altalenanti stagioni con la Lazio.
Dagli Inferi al Paradiso, il cammino di Diego Perotti
L’esterno ex Siviglia e Genoa è uno di quelli che, dopo esser scesi sportivamente all’inferno a causa di numerosi infortuni subiti, ha saputo riprendersi la scena, al Genoa prima e con la Roma poi. Un palcoscenico ben allestito, reso spettacolare e attraente al massimo grazie alle giocate che il Monito (la scimmietta), quest’anno con compiti meno difensivi, sta riuscendo a mettere insieme. Gol (6) e assist (6), dribbling (2 a partita) e qualità, estro e fantasia, un mix di paradisiache combinazioni messe sempre al costante servizio della squadra, degli inserimenti dei centrocampisti, dei tagli di Salah e delle incornate vincenti di Dzeko.
Da bidone a bomber: il riscatto di Suso
Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, meglio noto come Suso, completa la nostra top 5 degli esterni offensivi della Serie A grazie ad una stagione, almeno finora, da incorniciare. Arrivato a Milano con l’etichetta dell’astro nascente, del genio incompreso dai severi tecnici del Liverpool (in Inghilterra dal 2012), lo spagnolo ha finito per vestire, fino allo scorso gennaio, i panni del “bidone” anche in Italia prima di emergere col Genoa (6 reti in 19 partite) e di esplodere col Milan versione Montella. Un quasi insperato boom che ha portato l’ex Almeria a diventare oltre che un titolare inamovibile della giovane compagine meneghina, anche un preziosissimo esterno per assist totali (6), reti (già 5) e coinvolgimento nell’economia globale del gioco (29.3 passaggi, 1.6 assistenze e 0.4 filtranti a partita), insomma, una scommessa vinta, anzi stravinta.