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Giocare la Serie A all’estero? La Juventus dice sì: “Necessaria strategia commerciale”

L’idea, sulla scia di quanto ha insegnato anche la Supercoppa italiana, è di portare qualche partita del campionato in altri Paesi. La Liga lo farà già a gennaio 2019: “E’ fondamentale per promuovere un prodotto sempre più internazionale, senza perdere la propria identità” ha confermato il club bianconero.
A cura di Alessio Pediglieri
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Prossimamente si potrà assistere ad una partita di Serie A al di fuori dei confini italici. E' quanto risulta dalle ultime riflessioni che stanno coinvolgendo la Lega, la Federcalcio e i maggiori club, tra cui la Juventus, il faro cui ci si rivolge in tema di evoluzione e progettazione per il futuro. E proprio dal quartier generale bianconero è arrivata una apertura ad una idea che da tempo si sta covando: esportare il campionato italiano anche in altri Paesi.

Sarebbe una novità importantissima ma non assoluta: da 9 anni la Supercoppa italiana – tra le polemiche che mai sono mancate – è itinerante per il mondo, e chi la gioca ha potuto esprimere il proprio calcio in nuovi potenziali mercati nei quali diffondere il brand del nostro movimento.

Come in USA: esportare il prodotto in ogni modo

Un'idea che il club bianconero – da sempre in prima fila per uno sviluppo del prodotto calcio – non ha avuto problemi a osservare con interesse e cura. In America, ad esempio, questa soluzione è già attuata per discipline ‘storicamente' a stelle e strisce, come il Football o il Basket. In alcune occasioni si sono organizzati eventi e incontri altrove, in Inghilterra ad esempio.

Rendere il nostro campionato più globale è davvero importante. Portare all’estero uno dei 38 incontri della stagione è una buona sfida da affrontare.

L'ultima frontiera: basta frontiere

Lo stesso processo lo effettuerà la Liga spagnola che dal 2019 proverà a disputare un incontro di campionato oltre i Pirenei nel chiaro tentativo di implementare i bacini cui rivolgere l'offerta calcistica nazionale, ampliandone lo sviluppo portando letteralmente il proprio prodotto all'interno di altre realtà: "La chiave è trovare il giusto equilibrio tra il bisogno commerciale e il non perdere il proprio DNA, che è l'essenza del calcio. Crediamo sia una buona strategia per far vedere e portare all'estero qualcosa di diverso dalle semplici amichevoli" ha sottolineato nello specifico Giorgio Ricci, Chief Revenue Officer della Juventus.

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