Gigia Riva ai funerali del baby calciatore morto dopo una rovesciata

Martedì scorso a Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, Luca Pusceddu un bambino di 10 anni è morto sotto gli occhi del padre poco prima di giocare una partita con gli amici della scuola calcio ‘San Francesco’. Luca, secondo la ricostruzione, nell’allenamento ha provato una rovesciata, ma cadendo ha battuto in modo violento la testa sul terreno. Il padre immediatamente ha capito che la situazione era seria, sul posto è giunta rapidamente anche un’ambulanza del 118, ma non c’è stato purtroppo nulla da fare. La tragedia ha colpito tutta la comunità di Quartu Sant’Elena e ieri pomeriggio al funerale del piccolo Luca si è presentato anche Gigi Riva.
Il più grande attaccante della storia del calcio italiano, che non ha mai voluto lasciare la Sardegna da calciatore (nonostante le ricchissime offerte giuntegli) e che di fatto è un sardo d’adozione, è rimasto molto colpito dalla storia del povero Luca Pusceddu e ieri ha deciso di presentarsi ai funerali. Riva, per tanti anni uomo della federazione e che ha lavorato al fianco della nazionale italiana in viste di team manager, è notoriamente un uomo schivo, molto riservato che pur sapendo che molti occhi sarebbero stati posati su di lui ha deciso di andare alle esequie. Riva si è seduto nelle prime file della gremitissima Basilica di Sant’Elena a Quartu. L’ex calciatore, che con il Cagliari vinse lo storico scudetto nel 1970 e che detiene il record di gol con la maglia dell’Italia, era visibilmente molto scosso e assai rattristato. Riva al termine della funzione si è limitato a dire: “Questa è una disgrazia terribile, sono cose che non dovrebbero mai succedere”. Davanti alla chiesa c’erano tanti palloncini bianchi con la scritta ‘Luca’ e tanti altri disegnati con esagoni neri, che davano l’idea di essere dei palloni da calcio.