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Giappone, è Roberto Donadoni il nome nuovo per la panchina della Nazionale

La federazione nipponica è alla ricerca di un nuovo commissario tecnico e in pole position c’è Roberto Donadoni, ex tecnico di Bologna e Parma che attualmente fermo. Il regista della possibile trattativa sarebbe l’ambasciatore italiano, grande tifoso milanista, che avrebbe fatto da tramite con i vertici federali.
A cura di Vito Lamorte
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Roberto Donadoni potrebbe riprendere la sua carriera da allenatore dal Giappone. L’ex commissario tecnico della Nazionale Italiana lo scorso anno ha terminato la sua parentesi con il Bologna e adesso potrebbe trovare occupazione come nuovo selezionatore nella terra del Sol Levante. Nishino, il c.t. che ha condotto i nipponici fino agli ottavi nel Mondiale di Russia, non è più al timone del Giappone e proprio Donadoni potrebbe prenderne il posto. Per l'ex allenatore di Parma, Napoli, Genoa e Livorno sarebbe la seconda avventura da commissario tecnico ma la prima esperienza all'estero e si tratterebbe del ritorno di un italiano alla guida della nazionale giapponese, che in passato è stata diretta a lungo da Alberto Zaccheroni.

Contatti in corso in queste ore a Tokyo per discutere le condizioni contrattuali. Incontro positivo tra le parti e il regista della possibile trattativa sarebbe addirittura l’ambasciatore italiano, grande tifoso milanista, che avrebbe fatto da tramite con i vertici federali.

Donadoni: Parole Mancini? È il gioco delle parti

In un'intervista ai microfoni di “Tutti Convocati”, programma in onda sulle frequenze di Radio 24, ha parlato della situazione del calcio italiano e delle parole di Mancini sullo scarso impiego degli italiani in Serie A:

Le parole di Mancini sui pochi italiani fanno parte del gioco delle parti, io sono stato allenatore e commissario tecnico ed è normale che se uno veste i panni del commissario tecnico voglia più italiani e se uno veste i panni dell’allenatore schiera in campo chi ritiene più opportuno. Da allenatore di club devo far giocare chi rende di più, la coperta è corta e far crescere il movimento italiano è difficile. Giovani in campo? Se poi commettono errori vengono presi di mira. Molti giocatori italiani non hanno giocato in competizioni europee, questo crea un gap per la Nazionale nell’aspetto mentale e psicologico, perché da quello tecnico non abbiamo da invidiare a nessuno.

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