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Gianni Munari dice addio al calcio: una vita da mediano dal Sassuolo al Parma

A 36 anni Gianni Munari appende le scarpette al chiodo. Centrocampista di lotta e di governo, in carriera ha disputato 120 partite in Serie A (9 gol), 220 in Serie B (24 gol), 37 in Serie C (6 gol) oltre all’esperienza nella Championship inglese (28 partite, 3 gol) e a 3 match in Coppa Uefa con la divisa dei rosanero del Palermo.
A cura di Maurizio De Santis
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Il post del Parma dedicata al calciatore, Gianni Munari, che ha annunciato il ritiro
Il post del Parma dedicata al calciatore, Gianni Munari, che ha annunciato il ritiro

La fine della propria carriera? Qualsiasi sportivo forse la vede come qualcosa che non arriverà mai, o qualcosa per cui c'è sempre tempo per pensarci…

Inizia così la lettera di addio al calcio che Gianni Munari ha scritto ripercorrendo la propria carriera. A 36 anni appende le scarpette al chiodo. Rigo per rigo, è stato come azionare la sequenza videoclip, fare un salto indietro nel tempo fino agli esordi con Sassuolo, Giulianova e Triestina e poi tornare di nuovo nel presente che racconta le ultime esperienze con Cagliari, Verona e Parma. Palermo, Lecce, Fiorentina, Sampdoria e Watford le squadre di cui ha indossato la casacca in 18 anni.

La carriera dal Sassuolo alla Coppa Uefa con il Palermo

È la vita da mediano (o centrale di centrocampo), del calciatore di lotta e di governo che ha disputato 120 partite in Serie A (9 gol), 220 in Serie B (24 gol), 37 in Serie C (6 gol) oltre all'esperienza nella Championship inglese (28 partite, 3 gol) oltre a 3 match in Coppa Uefa con la divisa dei rosanero siciliani. Eintracht Francoforte, Newcastle e Fenerbahçe le formazioni contro le quali ha conosciuto (anche) la ribalta europea tra le fila di quello stesso club che oggi tenta la risalita dalla Serie D dopo il fallimento.

La lettera di addio al calcio di Gianni Munari

Il campo, lo spogliatoio, i ritiri, tanti traslochi e tanti cambi di città: queste sono le cose che caratterizzano la nostra vita, quella di uno sportivo professionista.
In questi anni ho imparato tante cose: ho imparato a sembrare il più grande anche quando nella mia testa mi sentivo piccolo, a sembrare il più forte anche quando dentro di me lottavo contro le mie debolezze, accettandole e combattendole fino a superarle. Ho imparato a farmi da parte senza fiatare quando mi è stato chiesto di farlo, ma anche ad essere sempre pronto quando occorreva il mio aiuto.

Il nostro lavoro prima di qualsiasi altra cosa è soprattutto saper fare squadra, è coesione, e quando mi è stato proposto di intraprendere questa mia nuova strada ho pensato che proprio questo sarà ciò che mi mancherà di più. Mi mancherà vincere per il gruppo e non per sé stessi, sudare sia per me che per gli altri, piangere, ridere e condividere quell'adrenalina che solo il calcio sa darti. Negli ultimi giorni, anzi, negli ultimi mesi la mia mente è piena di ricordi, di fotografie. Mi passano tutti davanti agli occhi, uno ad uno. Non chiedetemi qual è il più bello, io me lo sono chiesto ma non riesco davvero a scegliere.

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Volevo dire grazie, di cuore, a tutti voi. Alla mia famiglia che mi ha spronato e mi ha supportato sempre in ogni momento, a mia moglie che mi ha sempre sostenuto e seguito. A mio fratello e i miei amici che mi hanno sempre seguito. Al mio amico Giampiero Pocetta che mi ha accompagnato in tutti questi anni e che ha condiviso con me tutte le mie scelte. A Germano Chierici che mi è stato vicino nei momenti bui. Al Parma Calcio, al Presidente Pietro Pizzarotti, al Direttore Sportivo Daniele Faggiano e a Mister Roberto D’Aversa perchè mi stanno dando la possibilità di intraprendere questa nuova strada. Ai tifosi, tutti, alle società, alle piazze in cui ho giocato. Ma soprattutto ringrazio me per non aver mai, mai, mai mollato. E non lo farò nemmeno ora in questa mia nuova veste. Grazie a tutti.

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