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Giancarlo Antognoni: “Il Milan è distante, ma nella corsa al terzo posto tutto può succedere” (INTERVISTA)

Ultima chiamata per i ragazzi di Montella: domenica arriva il Milan e un altro passo falso potrebbe essere fatale per l’approdo in Champions League. Ne abbiamo parlato con Giancarlo Antognoni, icona leggendaria della Fiorentina anni 70/80.
A cura di Alberto Pucci
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Giancarlo Antognoni

Mezzogiorno di…Champions – Il piatto principale del menù della prossima domenica di Serie A, è uno di quei piatti dal sapore "europeo": una "portata" che, spesso, conquista i palati dei tifosi delle squadre più blasonate d'Italia e d'Europa. Al "Franchi" di Firenze, per il "lunch time" della 32esima giornata di campionato, verrà servito uno scontro diretto per l'accesso al prossimo tabellone di Champions League. Una sfida che molte volte ha regalato emozioni forti ma che quasi mai ha avuto l'onore di essere etichettata come gara decisiva. Fiorentina e Milan, divise da sei punti in classifica, si giocheranno gran parte delle chance di conquistare almeno il terzo posto, e lo faranno con uno sguardo allo specchietto retrovisore: specialmente i viola che, in caso di pareggio o sconfitta, potrebbero perdere terreno nei confronti della concorrenza. Sarà la partita di Montolivo, "man of the match" di Verona e figliol prodigo mai veramente amato dalla tifoseria gigliata, e dell'altro ex Giampaolo Pazzini che, dopo aver recuperato dalla "randellata" di Genova, sarà abile, arruolato e pronto ad affiancarsi a Balotelli ed El Shaarawy. Nei viola, l'ex dal dente avvelenato sarà invece Alberto Aquilani che, usato e "gettato" dalla società rossonera, avrà più di un motivo per fare bene. Per sua sfortuna, e per quella dei tifosi viola, non avrà però come riferimento offensivo Stefan Jovetic: il montenegrino, che avrebbe potuto essere uno dei protagonisti principali del match, sarà infatti costretto a tifare dalla tribuna, insieme allo squalificato Gonzalo Rodriguez.

Le polemiche dietro l'angolo – I duelli tra viola e rossoneri, sempre "tirati" ed emozionanti all'interno del rettangolo verde, sono stati spesso arricchiti da scontri verbali fuori dal campo. A partire dalle polemiche roventi, datate 2004, tra Galliani e Diego Della Valle, fino ad arrivare ai malumori dell'ad rossonero per le porte chiuse dell'Is Arenas in occasione di Cagliari-Fiorentina. Diatribe, fortunatamente, spesso circoscritte e quasi subito rientrate: "Nonostante la sconfitta di Cagliari, la Fiorentina rimane il nostro principale avversario per la Champions" ha dichiarato Galliani che poi ha chiuso con un elogio a quello che, da settimane, sembra esser diventato il nuovo pallino del presidente Berlusconi: "Montella ha dato un grande gioco alla sua squadra!". Parole al miele che avranno certamente fatto piacere ai Della Valle brothers e a Montella che, dopo il fastidio di certe dichiarazioni, stringerà la mano al numero due del club milanista.

Il vento è cambiato – Un girone dopo, le cose sono radicalmente cambiate. Rispetto a quella domenica di Novembre, quando la Fiorentina passeggiò sui resti di un Milan depredato del suo dna ed in fase di ricostruzione, il Diavolo ha ripreso a far paura e a giocare da grande squadra. Complice un girone di ritorno mostruoso, Massimiliano Allegri entrerà nell'arena del "Franchi" senza il minimo timore, forte di una squadra che ha trovato equilibri in difesa e valanghe di gol in attacco. Inoltre, da quando è stato "inventato" il match delle 12.30, il Milan non ha mai perso: un dato confortante da aggiungere all'imbattibilità di questo 2013. Montella, reduce da 3 vittorie e due sconfitte nelle ultime cinque partite, chiederà ai suoi ragazzi la stessa intensità messa in campo nelle gare (vittoriose) con Inter e Lazio. Per la Fiorentina, sbagliare partita sarebbe davvero un suicidio calcistico: lo sanno bene i quasi 40.000 tifosi viola che, domenica a pranzo, sceglieranno di sedersi sulle scomode gradinate dello stadio, piuttosto che accomodarsi con le gambe sotto ad un tavolo. Lo sa bene anche Giancarlo Antognoni che, ai nostri microfoni, ha dichiarato di aspettarsi una "bella partita, aperta ad ogni risultato".

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