Giampaolo Pozzo, Re Mida dell’Udinese, alla conquista dell’Inghilterra
Un esempio virtuoso nel panorama desolato del calcio italiano è rappresentato senza dubbio dall'Udinese di Giampaolo Pozzo, patron bianconero dal lontano 1986. Da allora, con lui prima presidente poi azionista di riferimento, il club friulano si è assestato con sempre più continuità all'interno del calcio che conta in Italia, puntando con maggior convinzione anche all'Europa dove ha fatto capolino in Champions League in due occasioni (2005-2006 e 2011-2012) e sta lottando per non uscire anzitempo dall'Eruopa League dopo il pareggio con il Paok Salonicco per 0-0 al Friuli.
Pozzo entrò nel mondo del calcio nel periodo più nero del club friulano, penalizzato dallo scandalo scommesse e quando nel 1990 venne inibito a 5 anni per una telefonata al presidente laziale Calleri alla vigilia del match tra le due squadre, no nabbandonò la navwe bianconera, rifiutando da allora di tornare alla presidenza ma restando comunque il patron della società.
La gestione virtuosa dell'Udinese Calcio. Ma al di là di ciò che accadrà in questa stagione, ciò che stupisce dell'Udinese non è solo la costante ricerca di risultati importanti e unici per una ‘provinciale‘ e nemmeno la fucina di ottimi giocatori che ogni anno riesce a regalare al calcio nazionale ed europeo (Inler a Napoli e Sanchez a Barcellona sono solamente gli ultimi, più famosi, esempi).
Ciò che dev'essere sottolineato ed evidenziato è il management sano e virtuoso da parte della presidenza nei confronti di un club che ha saputo ritagliarsi uno spazio di notorietà tra società più blasonate, ricche e famose. Ma indebitate.
Ecco, il capolavoro di Pozzo: avere una squadra che può giocarsi le proprie chances con le classiche ‘grandi‘ e nel contempo proporre una società che produce utili e non si indebita stagione dopo stagione. Se si guarda, infatti, il rapporto tra entrate e investimenti fatti per acquisti e pagamento del monte stipendi dei calciatori in rosa, l'Udinese è tra le migliori di tutto il panorama calcistico, mentre l'Italia è ultima nel rapporto UEFA.
Un aspetto non secondario in un momento di crisi economica mondiale e dove le varie Inter, Milan e Juventus invece di aumentare il fatturato, lo stanno lentamente diminuendo con un'epistassi di euro che va dritta agli ingaggi troppo alti dei ‘campioni' (presunti o reali) che ogni anno costellano la rosa della prima squadra.
Re del mercato e delle finanze. Non è certo un caso se, negli anni, Pozzo ha saputo ricavare molto dalle "plusvalenze", con la sua politica e i suoi osservatori, scoprendo in tutto il mondo talenti calcistici pagati poco. Tra essi non si possono dimenticare i vari bel Balbo, Nestor Sensini, Stefano Fiore, Oliver Bierhoff, Marcio Amoroso, Vincenzo Iaquinta, David Pizarro, Martin Jørgensen. Ma anche nei tempi più recenti la lista è folta e i nomi di giocatori diventati campioni sono tanti: Sulley Muntari, Asamoah Gyan, Fabio Quagliarella, Antonio Di Natale, Cristián Zapata, Gökhan Inler, Gaetano D'Agostino, Alexis Sánchez, Simone Pepe e Christian Obodo.
E la bravura della famiglia Pozzo è dimostrata anche da un altro aspetto che forse pochi conoscono.
Nel corso degli anni, l'attuale presidente dei friulani sta tessendo una rete di acquisizione di società di seconda e terza fascia nei vari campionati d'Europa.
Seguendo il suo proincipale bussiness imprenditoriale extracalcistico, ha saputo unire l'utile al dilettevole: la famiglia Pozzo possiede numerose aziende di materiale per la lavorazione del legno, come la Casals di Barcellona e la Freud (Frese udinesi) con sedi anche in Stati Uniti, Canada, Russia, Regno Unito e Cina che a fine 2008 ha venduto per il 100% alla Tedesca Bosch. E non è una coincidenza se proprio in Spagna e in Inghilterra si è allungata negli anni la ‘longa manus' del patron del club friulano.
Sotto traccia, senza clamori, lontanissimo dall'ottica di investimento di arabi e russi che invadono le Leghe europee a suon di milioni di euro senza badare a spese. I Pozzo hanno preso in mano, in Spagna, nel 2009 la società del Granada ed è entrata con quote azionarie nell'Espanyol, mentre in Inghilterra starebbe per acquisire la gestione del Watford. L'ennesimo club dietro le quinte, che milita oggi in Championship, la Serie B d'Oltremanica, e che in passato salì all'onore delle cronache per aver avuto un presidente fuori dal comune, il cantante pop inglese Elton John.
Gli ultimi rumors darebbero i Pozzo in pole position per l'acquisizione di importanti quote azionarie e la notizia non potrebbe che far bene al club inglese, vista la gestione virtuosa ad Udine.
In Spagna i risultati non sono mancati. Il Granada, ad esempio, è risalito in Liga dopo una latitanza di 35 anni. Proprio prima dell'avvento dei Pozzo, avvenuto nel 2009 dopo il fallito tentativo di aumentare le proprie quote di azioni all'interno dell'Espanyol, secondo club di Barcellona, la società andalusa per molto tempo la squadra era stata in Segunda División B, fino alla stagione 2002-2003 quando era stata relegata addirittura nella Tercera División a causa di un mancato pagamento degli stipendi ai giocatori, senza destare l'interesse delle autorità locali e degli imprenditori locali. Un club vicino al tracollo finanziario e sportivo.
Dopo cinque stagioni nella Tercera División, ci prova la famiglia Sanz a ridare smalto alla società: Francisco Sanz e suo padre Lorenzo Sanz (l'ex presidente del Real Madrid, non l'ultimo arrivato) hanno preso in mano il Granada a portare il club verso la promozione nella Segunda División B.
Ma il ‘miracolo' si ferma lì; ci dovrà pensare proprio Pozzo per far sì che il Granada risalga la china.
Nell'estate del 2009 la famiglia Pozzo entra infatti a far parte della società andalusa come massima azionista, contribuendo al rilancio della squadra che centra subito la promozione in Segunda División. Dodici mesi più tardi riesce nell'impresa del doppio salto consecutivo di categoria.
Il 18 giugno 2011, avendo la meglio nella finalissima dei play-off sull'Elche (0-0 in casa e 1-1 ad Alicante), la formazione granadina si assicura infatti la promozione in Primera División, la massima categoria calcistica spagnola dove in questa stagione si sta difendendo più che dignitosamente, a metà classifica e a 28 punti dopo 23 giornate.
Davanti a queste premesse, ha buone speranze anche il Watford. La società londinese milita senza troppa gloria nella seconda divisione inglese anche se in passato ha conosciuto tempi migliori con un'apparizione anche in Coppa UEfa.
Era la stagione 1982-83 quando, con Elton John presidente e Graham Taylor in panchina, riuscì a raggiungere uno storico secondo posto finale alle spalle del Liverpool, grazie anche ai 27 goal di Luther Loide Blissett, capocannoniere della manifestazione. L'anno successivo la squadra, grazie al secondo posto ottenuto l'anno precedente, esordì in Coppa UEFA, dove fu eliminata agli ottavi di finale dallo Sparta Praga, e raggiunse la finale di FA Cup, persa contro l'Everton.
Un'epoepa che non tornò più nemmeno quando nel 1999 ritornò in Premier League, ancora con Graham Taylor in panchina: una parentesi però durata solamente una stagione, poichè la squadra concluse all'ultimo posto in classifica. Taylor dette le dimissioni al termine della stagione 2000-01, per essere sostituito da Gianluca Vialli che era appena stato esonerato dal Chelsea ma che fallì sempre il ritorno in massima serie.
Oggi, il Watford veleggia nel Football League Championship senza troppa gloria, a 40 punti dopo 32 gare a una manciata di punti dai playout.
Con l'avvento di Pozzo, ci potrebbe essere una inversione di tendenza, dato che se le voci si tramutassero in realtà, arriverebbe nella perfieria nord di Londra un novello Re Mida del pallone.
L'Udinese, il Granada e l'Espanyol sono i suoi biglietti da visita: applausi.