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Giampaolo Pazzini: la faccia allegra del Milan (e della Nazionale)

Il Milan, quasi tutto italiano, visto a Bologna ha riportato alla luce un attaccante che sembrava essersi perso tra la vegetazione della Pinetina, quartier generale nerazzurro. Una manna dal cielo per Cesare Prandelli, alle prese con i primi avversari per Brasile 2014!
A cura di Alberto Pucci
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Giampaolo Pazzini

Toda Joia, toda beleza – Fino a pochi giorni fa, c'era una data ben precisa tatuata indelebilmente sulla pelle, e sul curriculum, di Giampaolo Pazzini: 24 Marzo 2007, giorno-mese-anno della storica tripletta con la maglia della nazionale Under 21, nell'inaugurazione del nuovo Wembley. Era l'anno del "Pazzo" in versione viola, della Fiorentina griffata Prandelli e, musicalmente parlando, della "hit" di Roy Paci & Aretuska. Oggi, a distanza di molti anni, le note allegre e le parole che, tradotte, sembrano suonare apposta per lui ("L'uomo è pazzo, bellezza desiderata, bellezza che manca"), di quel famoso tormentone estivo riecheggiano nel centro sportivo di Milanello e nella testa dell'attaccante di Pescia. "Gioia" per il nuovo 11 del Milan che, dopo il periodo più nero che azzurro, è rinato a nuova vita con i colori del Diavolo. "Bellezza", per come lo ha fatto. Per i suoi tre gol che hanno schiantato il Bologna. Per un'altra tripletta pesante che lo ha restituito al calcio italiano e, soprattutto, alla nazionale di Cesare Prandelli che, a breve, dovrà cominciare a studiare seriamente se vorrà parlare la stessa lingua dei brasiliani, in campo e fuori. Venerdi prossimo avremo il primo esame. I primi novanta minuti per cercare di conquistare il pass per Brasile 2014: si va in Bulgaria a sfidare la nazionale di Luboslav Penev, allenatore che nei giorni scorsi ha anche tentato di convincere "mister tirapacchi" Dimitar Berbatov che, in maniera furba, si è chiamato fuori lasciando cadere nel vuoto il "mayday" del proprio tecnico. Berbatov non ci sarà, Pazzini si! E non importa se sarà del match dal primo minuto o se rimarrà a "fare la muffa" seduto in panchina. Ciò che conta è che sia arrivata la convocazione: segnale evidente di un rinnovato interesse per il Pazzo e per la sua dote principale.

Fame di gol – In attesa di conferme con il proprio club (il Milan sarà atteso dall'Atalanta, alla ripresa del campionato), l'ex interista avrà il compito, non facile, di "giustificare" la scelta del ct. azzurro. Con Balotelli indisponibile e Cassano lasciato a casa (ironia della sorte), Pazzini dovrà giocarsi bene le sue carte se vorrà far parte, in maniera definitiva, del gruppo che andrà ai mondiali brasiliani. Lo start up rossonero, inutile ricordarlo, è stato più che positivo. Novanta minuti (escludendo la prima apparizione con la Sampdoria) che hanno fatto gridare all'evento soprannaturale: al miracolo della reincarnazione di Pippo Inzaghi, nel corpo del Pazzo. Prendere i tre gol del Dall'Ara per credere: il primo con un rigore conquistato in maniera furba, il secondo con la rapina sotto porta, il terzo con una deviazione geniale, quanto fortuita.

“ "Il ritorno di Pazzini in azzurro? Voglio dimostrare che tutti possono arrivare in Nazionale!" ”
Cesare Prandelli
Più "alla Inzaghi" di così! Diversi giornalisti glielo hanno chiesto, molti tifosi glielo hanno ricordato, ma più che una fastidiosa ossessione, il nome del Pippo nazionale (e, ovviamente, rossonero) è un dolce obiettivo da raggiungere in questa storia rossonera: "E' un orgoglio essere paragonato ad Inzaghi, spero di fare la metà di quello che ha fatto lui", ha dichiarato prima dell'exploit di Bologna e subito dopo i suoi primi gol rossoneri. Un intento urlato a gran voce davanti a telecamere e microfoni, a quei giornalisti scettici che, di fronte allo scambio con Cassano, hanno storto il naso e sbuffato anche per quel conguaglio in denaro che, a tutti, è sembrato fuori luogo. Dalla panchina con la Fiorentina, ai gol di Genova in blucerchiato. Dalle delusioni con l'Inter, fino al magic moment con l'altra squadra di Milano. La vita calcistica di Pazzini, sembra essere fatta apposta per cadute e risalite, per bruschi stop e ripartenze veloci, per gol mancati clamorosamente (ricordate la scivolata nerazzurra, al momento di battere un rigore) e per triplette storiche (l'ultima, all'esordio, di un giocatore del Milan fu addirittura nel 1907). "Era meglio se la faceva con noi", ha dichiarato Massimo Moratti nelle ultime ore. Davanti allo sfogo del numero uno nerazzurro, vien voglia di sorridere e di chiedersi: "Come faceva a far gol, se non giocava?". Al quesito (tra l'altro lo stesso che si poneva Pazzini stesso), è arrivata la triplice risposta sabato scorso. Tre gol per chi ha sempre creduto in lui: per la "joia" di Cesare Prandelli e dei suoi nuovi tifosi…e che Moratti, se ne faccia una ragione. Almeno fino al prossimo derby!

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