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Ghana, assassinato il giornalista che denunciò la corruzione nel calcio africano

Il giornalista Ahmed Hussein-Suale è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco ad Accra, capitale del Ghana, e le circostanze della sua morte sono ancora poco chiare. Il giornalista era membro di “Tiger Eye Private Investigations”, team guidato dal premiato giornalista Anas Aremeyaw Anas, che aveva portato alle dimissioni il capo della Federazione del Ghana e alla sospensione di oltre 50 arbitri.
A cura di Vito Lamorte
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Una nuova pagina nera colpisce il calcio africano: il giornalista Ahmed Hussein-Suale è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco ad Accra, capitale del Ghana, e le circostanze della sua morte sono ancora poco chiare. Il parlamentare Kennedy Agyapong aveva divulgato le foto di Hussein-Suale e aveva incoraggiato a vendicarsi contro di lui dopo che la BBC ha pubblicato il documentario "Number 12" sulla corruzione che regna in molte leghe calcistiche del paese africano. Questo reportage ebbe degli effetti immediati, visto che il presidente della Federazione del Ghana venne prima sospeso e poi costretto alle dimissioni ma le conseguenze per Ahmed Hussein-Suale sono state funeste. Il giornalista, membro di "Tiger Eye Private Investigations" guidato dal premiato giornalista Anas Aremeyaw Anas, è stato ammazzato con tre colpi di pistola, due al petto e uno al collo, da uomini non identificati in sella ad una motocicletta. L'agenzia Tiger Eye in una nota ha voluto esprimere cosi il suo dolore: "Siamo terribilmente devastati da questo atto vigliacco".

"Triste notizia. Ma non saremo mai messi a tacere, risposa in pace Ahmed. Chiunque sia collegato a questo omicidio verrà interrogato, abbiamo lanciato un'indagine su larga scala": così ha commentato l'accaduto Anas Aremeyaw Anas su Twitter.

Number 12, il documentario sulla corruzione del calcio

Il lavoro di Husein aveva portato alle dimissioni di numerosi dirigenti della Federcalcio ghanese, compreso il presidente Nyantakyi, e alla sospensione di oltre 50 arbitri. Il 34enne giornalista faceva parte del team guidato dal premiato giornalista Anas Aremeyaw Anas e lavorando sotto copertura come "potenziali investitori" si era visto offrire diversi milioni di dollari dal presidente della Federcalcio del Ghana, Kwesi Nyantakyi. La Fifa lo aveva prima sospeso per tre mesi e poi erano arrivate le dimissioni.

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