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Germania, spari in autostrada contro il calciatore curdo Deniz Naki

In viaggio a bordo della sua auto, Naki è stato affiancato da un’altra vettura da cui sono stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco. Fortunatamente, nonostante i proiettili abbiano colpito la macchina del giocatore, quest’ultimo è rimasto illeso. Alla base dell’attentato potrebbero esserci motivi politici.
A cura di Marco Beltrami
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Ha vissuto attimi terribili Deniz Naki, il calciatore tedesco di origini curde attualmente in forza ai turchi dell'Amedspor. Il classe 1989 infatti è sfuggito nella scorsa notte ad un vero e proprio attentato in Germania. In viaggio a bordo della sua auto, Naki è stato affiancato da un'altra vettura da cui sono stati esplosi dei colpi d'arma da fuoco. Fortunatamente, nonostante i proiettili abbiano colpito la macchina del giocatore, quest'ultimo è rimasto illeso.

Naki, spari in autostrada contro la sua auto

Il giocatore cresciuto nelle Giovanili del Bayer Leverkusen e con all'attivo esperienze oltre che nelle "aspirine", anche al St.Pauli, al Paderborn, ai turchi del Gençlerbirliği e con tutta la trafila nelle nazionali giovanili tedesche, era in viaggio in autostrada a bordo del suo Suv verso le 23 di ieri sera. Ad un certo punto è stato affiancato da un'altra auto da cui è stato aperto il fuoco: due proiettili hanno colpito l'auto del calciatore, ma lui è rimasto illeso, come riportato il quotidiano Die Welt sul suo sito online.

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Il racconto dell'attentato

E' stato lo stesso 28enne a confermare il tutto, raccontando l'accaduto e le sensazioni provate durante quei momenti di altissima tensione: "Mi sono istitintivamente spostato con l'auto sulla corsia di destra quando ho sentito gli spari. Ho avuto paura di morire". Naki ha subito provveduto a chiamare la polizia per sporgere denuncia.

Naki, motivi politici dietro l'attentato

Il calciatore ha spiegato inoltre che l'attentato potrebbe essere di natura politica. Naki, attualmente in forza nella squadra curda Amed SK si è espresso pubblicamente contro il regime del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ed è considerato da molti turchi come un nemico dello stato. Nell'aprile 2017 un giudice turco lo ha condannato a 18 mesi con la condizionale per propaganda filocurda a favore del Pkk. Una condanna che gli ha cambiato la vita, spiega la Welt: gli amici di infanzia hanno preso le distanze da lui e Naki ha ricevuto numerose minacce di morte.

L'aggressione razzista e l'addio alla Turchia

In passato, nel novembre del 2014, Naki è stato oggetto anche di un'aggressione razzista per le le strade di Ankara a causa delle sue origini curde. Una situazione che lo ha spinto a lasciare la Turchia e il Gençlerbirliği, per cambiare aria. Naki si trova attualmente in Germania per fare visita alla famiglia e sarebbe dovuto rientrare in Turchia nei prossimi giorni.

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