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Germania, il Colonia multato per l’invasione di campo fa pagare gli ultrà

E’ accaduto in Bundesliga: il club chiederà i danni ai tifosi arrestati dopo i fattacci del derby contro il Borussia Mönchengladbach.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Clamorosa, ma tutto sommato giusta, decisione del Colonia: la squadra tedesca, attualmente in Bundesliga, ha deciso di riversare sui responsabili dell'invasione di campo avvenuta al termine del derby contro il Borussia Mönchengladbach dello scorso 14 febbraio la multa ricevuta dalla federazione tedesca. Era successo tutto la sera di San Valentino: il Colonia perde il derby al 90′ ed i suoi tifosi non lo digeriscono. Scatta così l'invasione di campo, durante la quale gli ultras ospiti cercano di raggiungere l'altra curva, per aggredire i tifosi padroni di casa. L'intervento della polizia evita il peggio ed alla fine vengono arrestati 6 ultras del gruppo Boyz del Colonia.

Ma a sorprendere è stata la mano dura del club tedesco, che non ha guardato in faccia a nessuno: il Colonia ha ritirato l'abbonamento a 45 ultras (tutti del gruppo Boyz), vietandogli lo stadio per i prossimi anni. Il settore dove si trovava il gruppo è stato chiuso per le prossime tre gare (contro Hoffenheim, Leverkusen e Schalke) da parte della Federazione, che ha anche multato il club per duecentomila euro, oltre a costringere la squadra a vendere per le prossime trasferte solo biglietti nominali, con l'obbligo di portarsi dietro a proprie spese anche cinquanta steward. A questo, si aggiungono i rimborsi che il Colonia farà ai propri abbonati per il settore chiuso: in tutto, il danno costato dall'invasione di campo ammonta a cinquecentomila euro.

Soldi che però la squadra tedesca chiederà agli autori del danno: vale a dire, ai sei ultras arrestati per l'invasione di campo a fine gara con il derby, che saranno processati nelle prossime settimane. Un precedente che potrebbe, magari, frenare le imtemperanze anche di altri gruppi ultras di altre squadre. E chissà che magari, lo stesso procedimento non possa essere adottato anche in Italia per dare una bella lezione a chi, negli stadi, crede di poter fare quello che gli pare, per di più impunito.

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