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George Best morì per un’overdose di farmaci immunosoppressori

A dieci anni dalla morte, è stato svelato che non fu l’alcol a uccidere George Best, ma una overdose di farmaci immunosoppressori.
A cura di Alessio Morra
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George Best è morto dieci anni fa – il 25 novembre del 2005 – a cinquantanove anni. Adesso a distanza di dieci anni si scopre la vera causa della morte del fenomenale calciatore del Manchester United. In un nuovo documentario sul calciatore nordirlandese si sostiene che Best sarebbe morto per un’overdose di farmaci immunosoppressori. Il dottor Jason Payne-James dice che il sistema immunitario del calciatore si spense e Best morì per un’infezione renale. Il medico legale spiega che Best negli ultimi mesi della sua vita beveva molto, non mangiava e non dormiva in modo corretto e la combinazione di questi fattori ebbero un effetto devastante sul sistema immunitario della leggenda del Manchester United. Il Pallone d’Oro 1968 a causa dell’alcolismo aveva danneggiato in modo irrimediabile il proprio fegato e subì un trapianto nel Cromwell Hospital di Londra nel 2002. In quello stesso ospedale morì tre anni più tardi.

George Best è stato un mito del calcio britannico e del Manchester United. Sul campo faceva impazzire gli avversari, faceva gioire i suoi compagni di squadra e i tifosi dei ‘Red Devils’. Fuori dal rettangolo verde si divertì parecchio. Alla storia passò la sua famosa frase: “Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l’ho sperperato”. Con i ‘Red Devils’ esordì giovanissimo e vestendo la maglia dello United si tolse soddisfazioni enormi. Vinse la Coppa dei Campioni e il Pallone d’Oro nel 1968, disputò con il Manchester quasi cinquecento partite e realizzò 181 reti. Ma mai come in questo caso i numeri non rendono l’idea della grandezza e della genialità di Best, che dopo aver lasciato il Manchester giocò in Irlanda, Scozia, Stati Uniti, Australia e con un paio di squadre inglesi che militavano in categorie inferiori. Pochi giorni prima di morire Best chiese a un tabloid di pubblicare una foto che lo ritraeva nel suo letto d’ospedale e a corredo di quella immagine l’irlandese fece scrivere: “Don’t die like me” (non morite come me).

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