Genoa-Verona 2-0, Portanova e Kucka stoppano i veneti
Tredici punti in sei partite. Il Genoa di Gasperini ha invertito la rotta e, anche contro un avversario molto forte come il Verona, gioca un'ottima gara confermando i progressi avuti finora. Disciplinato tatticamente, fisicamente integro, pronto a colpire su palla inattiva e, soprattutto, imperniato su un grande spirito di sacrificio collettivo perché è questo che il suo allenatore chiede. E la squadra risponde sfoderando contro la rivelazione di Mandorlini una prestazione maiuscola: Iturbe, che finora ha incantato la platea, viene neutralizzato dai raddoppi di marcatura e da un pressing che gli toglie fiato e lucidità; Toni è ben controllato e riceve pochissimi palloni; sugli esterni il lavoro di spola è massacrante, ma il Grifone lo interpreta alla perfezione per tutta la prima frazione.
Tatticamente perfetto. Ciliegina sulla torta, la prova di Kucka: autore del raddoppio ma anche protagonista di una partita praticamente perfetta, considerato che il suo dinamismo mette spesso in crisi gli ospiti. Gasperini gli cuce addosso il ruolo alla Hamsik, lo slovacco del Napoli, e lui si disimpegna bene. Portanova, invece, veste i anni del goleador: roccioso in difesa, pericoloso – come sempre – quando il tecnico gli chiede di salire sui calci piazzati. Proprio da un suo inserimento nascerà il vantaggio dei liguri. Per il resto, quando la benzina comincia a scarseggiare e il Verona si lancia in massa all'attacco (Mandorlini lo trasformerà in 4-2-4 inserendo Cacia accanto a Toni) c'è Perin che guadagna il proscenio. L'ex portiere del Pescara è provvidenziale nell'ultimo quarto d'ora: prima respinge d'istinto una deviazione di Cacia, più lesto di tutti a ribattere sul palo centrato da Toni, poi chiude lo specchio in almeno un altro paio d'occasioni. La diga regge, nonostante gli sbuffi del tecnico preoccupato dallo spazio eccessivo concesso ai veneti. Al triplice fischio, però, il boato del Ferraris porta via l'ansia.
Verona stoppato. L'avvio di match sembra incoraggiante. I veneti, raggomitolati intorno alla cerniera di centrocampo composta da Halfredsson, Jorginho, Romulo (un brutto cliente anche quando si sgancia in avanti), creano qualche grattacapo nella fase iniziale della partita. Anzi, sembrano prendere il pallino del gioco. Menano le danze e provano a pungere. Durerà poco, perché col passare dei minuti il Genoa sale di giri, prende le misure e chiude tutti gli spazi limitando il raggio d'azione della squadra di Mandorlini. Iturbe non riesce a essere, come al solito, decisivo: su di lui c'è un pressing asfissiante, si segnala comunque per un paio di affondi. Nulla più, tant'è che nella ripresa – apparso sfiancato – il tecnico lo sostituirà con Martinho. Sì, perché la reazione del Verona è tutta nella parte finale del match: quindici minuti d'assalto all'arma bianca, culminati con il palo colpito da Toni al 34′. A Genoava ci può stare perdere, ma il rammarico più grande è nell'aver incassato due gol in fotocopia con la difesa che è apparsa piazzata male in occasione dei traversoni che hanno permesso prima a Portanova e poi a Kucka di battere a rete. Incidente di percorso, a una neo-promossa rivelazione della A è concesso. Capita anche ai migliori.
Secondo tempo. Frazione appannaggio del Verona che ci mette più convinzione rispetto al primo tempo. Partita compromessa in cinque minuti, ma i veneti – grazie anche ai cambi di Mandorlini che ridisegna l'assetto della squadra – premono il piede sull'acceleratore sfruttando la profondità con Cacia e Toni. Ottima la prestazione di Romulo, ex della Fiorentina, che, nonostante il raddoppio di marcatura, s'è rivelato prezioso anche in fase di costruzione. E il Genoa? Secondo tempo di grande sacrificio e di passione perché, con le pile quasi scariche, fa tremendamente fatica a contenere i gialloblù. Brivido al 40′: Martinho approfitta della lentezza di Cofie, che non contrasta, e dal limite scaglia un rasoterra che si spegnere di poco a lato.
PALO DI TONI AL 34′. Sfortunato il Verona: da uno dei lanci in area, su punizione di Agostini, Toni svetta in area ma la sua conclusione sbatte contro la base del palo. Non è finita: la palla rimbalza in area ed è preda di Cacia, che controlla e tira ma trova un muro composto da Perin e dai difensori del Genoa. La squadra di Mandorlini non s'arrende e al 36′ è lo stesso Cacia a costringere Perin (decisivo e freddo in questo frangente) all'uscita provvidenziale. Il Verona la fa da padrone: Genoa troppo basso, stenta a ripartire.
Forcing nell'ultimo quarto d'ora. L'entrata di Martinho ha dato maggiore dinamismo al Verona, che le tenta tutte per arrivare al pareggio. Soffre molto il Genoa, che ha speso buona parte delle energie soprattutto nella prima frazione e, soprattutto, adesso fa fatica a contenere un avversario che attacca in massa per riaprire la partita.
Verona assetto offensivo. Mandorlini sceglie il 4-2-4 concedendo spazio a Cacia (al posto di Cacciatore, 15′ st), nel tentativo di riaprire la partita. Toni e Cacia di punta, Iturbe e Jankovic a completare lo schema. La risposta di Gasperini è l'ingresso di Lodi (al posto di Matuzalem) che in mediana ha il compito di portare maggiore ordine e geometrie. Il Genoa serra i ranghi e, senza fare le barricate, controlla bene le iniziative dei veneti. Al 26′ altro cambio degli ospiti: dentro Martinho al posto di uno spento Iturbe.
Infortunio ad Antonelli. Distorsione al ginocchio, è costretto ad abbandonare il campo (5′): al suo posto entra Marchese. L'esterno rossoblù si fa male nel tentativo di entrare in scivolata per un intervento difensivo. Nulla di grave, perché il calciatore rifiuta la barella ed esce zoppicando.
Partito il secondo tempo. Il Genoa prepara il cambio: Lodi si scalda, pronto a entrare al posto di Cofie. Verona subito in attacco: 2′, affondo di Iturbe che trova lo spazio giusto per affondare il cross – teso – con Toni che si fionda sulla palla e la colpisce di testa. Incornata fuori di poco, dopo aver tagliato tutto lo specchio della porta.
Primo tempo. Unica nota stonata nel Genoa, il rendimento di Cofie: troppo ‘timido' i mediana e poco dinamico nel pressing. Suo anche l'errore che lo porterà al fallo su Toni (ammonito) in una delle poche sortite offensive del Verona. Buono, invece, l'apporto garantito da Fetfazidis. E se la partita sembrava abbastanza equilibrata, a cambiarle volto ci pensano Portanova e Kucka che, di testa, puniscono la difesa ospite nel giro di pochi minuti. Il Verona incassa il colpo, difficile riprendersi. Una timida reazione è affidata a Jankovic, unico a creare qualche pericolo alla difesa del Genoa coi suoi inserimenti. Mentre la ‘stellina' Iturbe appare più in ombra rispetto al solito: ben controllato – su di lui Gasperini ha previsto raddoppi continui – non trova spazio ed è spesso lontano dal vivo della manovra. Si vede solo a sprazzi.
RADDOPPIO GENOA. Kucka, ancora di testa, castiga il Verona al 35′. Uno-due micidiale da parte dei liguri che nel giro di pochi minuti piazzano due colpi micidiali. Ma sull'azione che ha portato il 2-0 c'è anche la firma di Matuzalem, autore del traversone che ha ispirato la rete del raddoppio. Difesa veneta di nuovo sorpresa.
GENOA IN VANTAGGIO. Al 29′ è Portanova a segnare il gol dell'1-0. Il difensore del Genoa, appostato al centro dell'area, stacca di testa e spedice la palla nell'angolino basso, alla destra del portiere Rafael. Azione nata da un cross su punizione, con la difesa del Verona che, nell'occasione, è apparsa impreparata, complice l'inferiorità numerica in attesa della sostituzione e il nuovo assetto disegnato da Mandorlini.
Paura per Halfredsson. Il calciatore del Verona, dopo uno scontro di gioco di Cofie, frana al suolo con la testa dolorante per il forte impatto: tiene il capo tra le mani, mentre lo staff medico corre subito in campo favorito dal fischio dell'arbitro. Halfredsson sarà costretto a medicarsi a bordo campo per un taglio alla nuca. Partita finita per lui: entra Donati, con Jorginho che passa a fare la mezz'ala.
Matuzalem ci prova. Il primo tiro ‘pulito' del match' (18′) è di Matuzalem: l'ex laziale trova spazio e, giunto nei pressi dell'area rossoblù, spara a rete ma non ha molta fortuna. La replica del Verona è affidata a Romulo, prezioso anche quando s'inserisce sfruttando gli spazi creati da Toni. Partita bloccata, che vive di spunti individuali. Prevale l'estremo tatticismo: raddoppi sulle fasce e sui portatori di palla.
Verona pericoloso. Minuto numero 15: tutto nasce da un fallo commesso a centrocampo da Cofie su Toni, lanciato verso l'area rossoblù. Dal calcio di punizione scaturisce un'azione di Iturbe che entra in area, guadagna il fondo e crossa ma la difesa del Genoa si oppone alla meglio. Mandorlini chiede alla squadra maggiore fraseggio e più ordine, nel tentativo di allargare il gioco sugli esterni.
Brivido in area veronese. Prima Gilardino (5′, diagonale di poco fuori) e poi Kucka (6′, di testa) portano i primi pericoli verso la porta dei veneti. Mandorlini si sbraccia e rimbrotta i difensori per le incredibili disattenzioni. La replica del Verona è affidata a una punizione dell'ex Jankovic (8′) che finisce sulla barriera ligure. Partita intensa, sotto il profilo della carica agonistica con le squadre che non hanno timore di affrontarsi a viso aperto.
Scintille in avvio. Al Genoa il calcio d'inizio, ma è il Verona a prendere il comando delle operazioni. Consueta personalità da parte degli scaligeri nel possesso palla, con Jorginho subito protagonista nel cuore della mediana veneta. Impressiona per autorevolezza e gestione del gioco. Dalla panchina Gasperini chiede maggiore pressione e, soprattutto, raddoppi continui su Iturbe, il sudamericano è tra i più pericolosi della squadra di Mandorlini. Batti e ribatti a centrocampo, con grande aggressività da parte di entrambe le squadre.
La situazione. Una vittoria per allungare la striscia positiva e staccare la parte bassa della classifica. Il Genoa di Gasperini è atteso dal durissimo match casalingo contro il Verona che arriva al Ferraris forte di una classifica che lo vede a ridosso delle prime e di un avvio di stagione formidabile. La squadra di Mandorlini è senz'altro la rivelazione di questo primo scorcio di campionato: l'esperienza di Toni in attacco, le ottime qualità di giovani interessanti (e finiti sul taccuino di mezza Europa) come Iturbe e Jorginho aggiungono ai veneti spessore tecnico. Quanto al Grifone, ancora in convalescenza dopo la breve esperienza di Liverani in panchina, ha dalla sua la caparbietà e la classe di Gilardino, anche lui finito nel gran calderone del calciomercato per il presunto interessamento del Toronto. Chiacchiere anche questo – almeno per il momento – che saranno spazzate via dal fischio d'inizio e dalla necessità di far punti.
Qui Genoa. I recuperi di Calaiò e Vrsaljko (candidato a partire titolare) concedono a Gasperini maggiori alternative: il 3-4-3 è il modulo prescelto per affrontare il Verona. Centrocampo a quattro, di combattenti, con il difficile compito di arginare i 3 mediani veneti. Per quanto riguarda l'attacco, appare scontato l'impiego fin dal primo minuto di Alberto Gilardino, che ha ritrovato la via del gol.
Qui Verona. Mandorlini dovrà però rinunciare a Cirigliano e Gomez. In difesa rientra Moras, dovrebbe far tandem con Maietta. Confermati sugli esterni Cacciatore ed Agostini. A centrocampo nessun dubbio sul trio di mediani composto da Romulo, Jorginho e Hallfredsson. In avanti fiducia all'esperienza di Luca Toni, coadiuvato da Jankovic (ex di turno) e Iturbe (che sembra favorito su Martinho).
Genoa (3-4-3) Perin; Antonini, Portanova, Manfredini; Vrsaljko, Matuzalem, Cofie, Antonelli; Fetfazidis, Gilardino, Kucka. Allenatore: Gasperini.
Verona (4-3-3) Rafael; Cacciatore, Maietta, Moras, Agostini; Romulo, Jorginho, Hallfredsson; Iturbe, Toni, Jankovic. Allenatore: Mandorlini.