Genoa, gioca Borriello: bomber pagato a peso d’oro per non segnare (video)
Contro l'Udinese dovrebbe scendere in campo dal primo minuto nella ‘sua' Genova, quella rossoblù dove ha disputato, conti alla mano i suoi anni migliori prima di diventare un'eterna promessa in giro per i top club della penisola: Roma, Milan, Juventus. Super pagato ma pochissimo utilizzato, spesso in panchina, altre volte addirittura in tribuna come nell'ultima parentesi giallorossa di Rudi Grcia che mai lo ha utilizzato in campo. Malgrado i problemi avuti con Destro, l'altalena di rendimento da parte di Ljajic e l'astinenza verso il gol di Gervinho. Un'assenza dal campo che ha fatto spesso discutere e domandarsi del perché un giocatore che ha fatto vedere – quando ha giocato – anche ottime qualità in area di rigore, non sia mai stato ‘compreso' dagli allenatori che ha avuto, bucando ogni appuntamento con la gloria.
Se però da un punto di vista sportivo gli ultimi anni sono stati scevri di soddisfazioni, così non si può dire da un punto di vista economico visto che Marco Borriello è tra i giocatori più pagati della Serie A e meno utilizzati in campo. Dopo sette lunghi mesi passati alla Roma dove non ha mai visto l'erba, sembrava che con il suo rientro al Genoa potesse finalmente tornare a correre e segnare. E invece il contemporaneo arrivo – e relativa esplosione – di Niang gli ha precluso ancora una volta le porte del campo. Una maledizione che non sembra voler finire, e che nell'ultimo lustro gli ha concesso la pochezza di sole 66 presenze.
Nei 66 gettoni racimolati in 5 anni ha segnato 18 reti, l'ultimo il 31 ottobre 2013 contro il Chievo in un giorno speciale per la Roma, quello del record delle dieci vittorie consecutive in campionato. Poi più nulla, il vuoto, la tribuna, le panchine, gli infortuni. A conti fatti, dunque, Borriello – tenendo presente il contratto milionario che lo lega ai giallorossi fino al giugno 2015 – tra emolumenti, bonus e incentivi è costato ad oggi circa 1,5 milioni di euro a gol. Una cifra esorbitante grazie alla creatività finanziaria del proprio procuratore – e la superficialità dei dirigenti giallorossi – che è riuscito a infilare nel contratto dei bonus per ogni gol segnato, per ogni partita giocata dal primo minuto e per la salvezza della Roma.