Gecic rivela: “Partite vendute a due cordate diverse”

Secondo giorno d'interrogatorio per lo "zingaro" delle scommesse, Almir Gecic, davanti al gip di Cremona, Guido Salvini. Dopo 18 mesi di latitanza ha cominciato a vuotare il sacco, ma è solo all'inizio: finora avrebbe affrontato solo 10 delle 40 partite manipolate che gli sono state addebitate e sarà di nuovo di fronte ai magistrati il 10 e l'11 dicembre prossimi. Intanto, ha tenuto a precisare di non essere il capo dell'organizzazione e di essere un gradino sotto il macedone Hristian Ilievsky, tutt'ora latitante.
‘‘Le partite venivano vendute". Così s'è difeso Gecic: nessuna pressione sui calciatori che, a suo dire, si facevano sotto per proporre la combine dei match. E spesso le partite erano vendute a due diverse cordate: il primo tempo andava come voleva l'una, il secondo come voleva l'altra. Gegic avrebbe confermato gran parte dei nomi già emersi nell'inchiesta, quelli dei fratelli Cossato e di Rikler, e avrebbe anche fornito qualche indicazione per arrivare a identificare quel mister X di cui ha parlato in un'intervista prima dell'arresto, che all'hotel Tocqueville di Milano, munito di dieci telefonini, voleva vendere partite, anche di A. Gegic si sentì chiedere 600mila euro per avere informazioni e declinò l'invito.