Gattuso, la disciplina non basta: più che un ‘ringhio’ questo Milan è uno sbuffo
Il primo Milan di Gattuso, alla prima assoluta contro il Benevento, è una squadra fin troppo coperta. Sparita la fluidità in fase offensiva, sparite le catene insistite sulle fasce. E' una squadra raccolta con un un 5-4-1 molto più rigido in fase di non possesso rispetto alla visione di Montella, e molto meno fluido nel passaggio dalla fase difensiva a quella offensiva. Gli episodi che tengono a quota zero punti il Benevento non oscurano le paure di un Milan che fin troppo si abbassa contro una squadra senza un centravanti che attacchi la profondità, che fatica a difendere a campo aperto e soffre dal lato di Borini. La giornata di Gattuso, però, diventa la giornata di Brignoli, portiere goleador che regala al Benevento il primo punto in Serie A. Un punto che vale come e più di una vittoria.
Bonaventura e Suso stringono tanto
si dispone con un 3-4-3 in fase di possesso. Montolivo in cabina di regia, affiancato da Kessiè, con Borini e Rodriguez larghi sulle fasce. In attacco tridente con Bonaventura e Suso sugli esterni al servizio di Kalinic. La difesa diventa a cinque, con Borini che scala come terzino aggiunto. E'
I minuti iniziali raccontano di un Milan che prova a ridurre le distanze fra i reparti, vero vulnus che ha portato alla sterilità offensiva nella gestione Montella e ai 9 punti in meno rispetto all'anno scorso nelle prime 14 giornate. La presenza di Bonaventura consente un collegamento più naturale negli spazi di mezzo fra centrocampo e attacco e libera lo spazio per le sovrapposizioni di Rodriguez.
In difesa un 5-4-1 fin troppo coperto
Quando il Benevento spinge, lo fa bene soprattutto a sinistra con Parigini che sfrutta il mismatch con Borini sacrificato in copertura. Se è piazzato male, deve uscire Musacchio con disequilibri a cascata nell'occupazione degli spazi con qualche rischio sulle seconde palle, sulle sponde all'indietro o le respinte corte, in campo aperto e sui calci da fermo come nell'occasione del pareggio del Benevento. Nessuno infatti esce a chiudere la linea di tiro di Puscas dopo la parata di Donnarumma.
Kessie si schiaccia molto sulla difesa, ma è tutta la linea mediana che fa densità. Con una gestione così chiusa della copertura difensiva, serve una maggiore rapidità una volta recuperato il pallone per far sì che il 5-4-1 chiesto da Gattuso per gestire la fase di copertura permetta l'elasticità in uscita, nel ribaltamento dell'azione.
Il Milan fatica in campo lungo
L'ex Fiorentina continua a sbagliare gol facili, ma la fase di possesso restituisce un'immagine di maggiore fluidità anche con i tagli verso il centro di Suso, che continua a portare i suoi movimenti classici nel contesto della nuova gestione tecnica. Il Milan, ottava squadra per lunghezza media nei passaggi in serie A (19 metri), segno di una squadra tendenzialmente troppo lunga nella costruzione del gioco, crea superiorità numerica sulle fasce e insiste nell'uscita bassa in verticale. Bonucci tenta soprattutto appoggi orizzontali per aprire il gioco mentre l'unico lancio lungo del primo tempo risulta impreciso.
Borini in difficoltà a coprire tutta la fascia
L'interpretazione di Suso e Bonaventura richiede a Rodriguez e Borini un doppio apporto. I due attaccanti esterni, infatti, si stringono molto nei corridoi interni e chiamano uno dei centrali avversari a uscire eventualmente in avanti. Non si crea però il triangolo stretto sulla fascia che metterebbe in difficoltà il corrispondente terzino del Benevento creando quella superiorità numerica che renderebbe più facile il taglio verso l'interno.
A cascata, la posizione dei due richiede al Milan di restare sempre molto corto. Quando saltano le distanze, il Benevento riesce a sfruttare il disallineamento sulle fasce e di fatto al 35′ costruisce la migliore occasione del primo tempo. Parigini però salta di testa, solo al limite dell'area piccola, perché sul lungo lancio dalla destra Romagnoli e Rodriguez son rimasti più stretti, e sul cross di D'Alessandro Bonucci e soprattutto Musacchio si son trovati meno pronti nella transizione.
E' un Milan più prudente e più rigido, disciplinato e schematico, quello di Gattuso, che si schiaccia troppo nonostante nel Benevento non ci sia Iemmello, che attacca la profondità decisamente meglio di Puscas, più abile però nei movimenti spalle alla porta. Il gol dell'1-0, tanto casuale nel momento della finalizzazione quanto brillante nella fase di costruzione grazie all'invenzione di talento e di fisico di Kessie, non oscura i limiti dei rossoneri.
Rosso a Romagnoli, Gattuso passa al 4-4-1-1
Il nuovo vantaggio del Milan, con Kalinic solissimo sul cross di Bonaventura, nasce anche dal blocco di Musacchio su D'Alessandro che libera spazio sul secondo palo. E' un gol che affievolisce la convinzione del Benevento, tanto che De Zerbi fa esordire il classe '99 Brignola per Parigini con conseguente inversione di fascia con D'Alessandro. Gattuso però si copre, sceglie di sacrificare Borini per un esterno a tutta fascia come Abate che il 3 dicembre di 14 anni fa fece il suo esordio in gare ufficiali con il Milan.
Dopo l'espulsione di Romgnoli, Gattuso ridisegna il Milan con un 4-4-1-1 e Abate propriamente terzino destro. De Zerbi prova a dare la scossa ai suoi con un doppio cambo. Fuori Di Chiara e Memushaj, dentro Gyamfi e Coda, con Letizia che passa a sinistra. Il Milan nel finale si preoccupa solo della difesa ma non si occupa del meno atteso, Brignoli, che stampa un gol di testa da centravanti vero e riscrive la storia.