Garrone su Cassano: ci mancherà, ma era una prima donna
Un addio turbolento, scaturito all'improvviso e come un fulmine a ciel sereno: il litigio tra Garrone e Cassano s'è concluso come tutti noi sappiamo, con l'approdo di "Fantantonio" al Milan e un pugno di mosche per la Sampdoria, che ha dovuto sborsare 5 milioni nelle casse del Real Madrid, e s'è ritrovato senza uno dei suoi uomini di maggior talento.
Ma per il patron blucerchiato, la cessione era ormai un atto necessario, al fine di preservare gli equilibri nello spogliatoio, ed anche per una questione puramente d'orgoglio: «Il primo ad essere dispiaciuto per ciò che è avvenuto con Cassano sono proprio io, per quello che Antonio ha rappresentato per noi in questi tre anni e mezzo. L'ho sempre definito una primadonna e come tale doveva essere trattato, compreso anche chiudere ogni tanto un occhio di fronte ad alcune sue "uscite di pista" Ci sono però delle regole da rispettare, dei limiti che non possono essere valicati».
Gli equilibri vanno mantenuti, anche se i tifosi vorrebbero sempre lo spettacolo: «La gente ha negli occhi i 90 minuti della domenica, le sue splendide magie sul campo, ma a volte ci si dimentica che una squadra è composta da 35 persone e va gestita sette giorni la settimana secondo equilibri molto labili. Se questi equilibri si rompono e rischiano di compromettere la serenità di un gruppo, non si può far finta di nulla. Mi si accusa di aver pagato per far andar via Antonio? Proprio perché la dignità non ha prezzo ho deciso di contribuire a quei 5 milioni da versare al Real Madrid».