Garra spagnola, talento olandese: Asensio, ‘tulipano’ sbocciato nel ricordo di sua madre
Ogni volta che segna Asensio alza lo sguardo al cielo, gli occhi si velano di commozione e guardano lassù, dove puntano le dita. Verso sua madre Maria, olandese, che nel 2011 morì di cancro e adesso sarebbe orgogliosa del figlio chiamato Marco in onore di van Basten, il cigno di Utrecht, il ‘tulipano' del Milan, uno dei più forti attaccante del calcio europeo. Quindici anni, la morte nel cuore e tutta una vita davanti. La storia del talento madrileno e delle Furie Rosse parte da Maiorca, scandita da passione e sentimento, scritta assieme al papà – commesso d'un supermercato e dal fratello – agente di polizia: insieme superarono il corredo accessorio di vuoto e dolore, di animo svuotato e cattivi pensieri, sogni che pensi di chiudere nel cassetto.
La tragedia familiare
Ha rischiato di perdersi ma ce l'ha fatta e nel giorno della sua presentazione alla ‘casa blanca', tra una domanda e l'altra, strette di mano e pacche sulle spalle, a Marco sembrò che ogni cosa gli passasse in un istante davanti agli occhi. "Lei è sempre al mio fianco e veglia su di me da lassù", disse con la voce rotta dalle lacrime. Un viaggio a ritroso nel tempo, azionato dal rewind dei ricordi, e poi di nuovo nel presente: pianse a dirotto e parlò a cuore aperto della madre che non c'era più, dei sacrifici fatti dal padre, di quanto era stata dura restare uniti in famiglia, raccontò del doppio cognome (Willemsen, come la donna scomparsa prematuramente) e della doppia nazionalità (spagnola e olandese), della scelta di sentirsi un calciatore iberico. Dura e bella, una storia d'altri tempi.
Lo sgarro ai blaugrana
Il Real Madrid lo strappò al Barcellona nell'estate del 2014. I blaugrana lo avevano in pugno, per 3.5 milioni di euro il Maiorca avrebbe ceduto Asensio ai catalani, il ragazzo aveva iniziato perfino a cercare una sistemazione non distante dalla ‘capitale' della Catalogna ma l'accordo saltò per la mancata intesa sulla formula di pagamento. Il club delle Baleari chiedeva che la somma fosse versata per intero, il Barça premeva per un pagamento rateizzato, le ‘merengues' fiutarono il colpo e portarono quel ragazzo di talento a Madrid.
Sul tetto d'Europa
E da allora il corso della carriera cambiò, fino a trascinare quell'ala sinistra 21enne sul tetto d'Europa (sua la rete in Champions che ha tramortito la Juventus a Cardiff) a spianargli la strada anche in nazionale maggiore mentre dell'Under 21 è già un colonna, a far sì che in casa Real abbia un contratto da (quasi) top player e una valore di mercato cresciuto in maniera esponenziale
Momento magico
L'epilogo di una stagione straordinaria è stata la finale di Coppa contro i bianconeri: il poker calato nel finale chiuse il cerchio tracciato con la vittoria della Supercoppa Europea (e un gol al Siviglia). Tre gol nella Liga, altrettanti in Champions e in Copa del Rey, oltre alla marcatura in Supercoppa: 10 centri a margine di un'annata da 10 e lode. Nella prima gara dell'Europeo Under 21 ha messo la firma in calce alla ‘manita' rifilata dalla Spagna alla Macedonia. Una furia (rossa) della natura che Zidane coccola mentre mamma Maria veglia su di lui. Animo, Marco. Il meglio deve ancora venire.