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Prandelli: “Balotelli non è un campione. Rossi? Mi ha deluso umanamente”

L’ex ct della Nazionale al Galatasaray dopo l’addio all’Italia: “Io e la mia famiglia riceviamo lettere di minacce”. Poi le stilettate a Balotelli e a Giuseppe Rossi. In Turchia porta un altro codice etico: “Senza regole una squadra non può vincere, il vero leader è la squadra”
A cura di Maurizio De Santis
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"Io e la mia famiglia riceviamo lettere di minacce", dice Prandelli nel giorno della sua presentazione ufficiale al Galatasaray. Dall'Italia è andato via con poca gloria (quando si perde come fatto dagli Azzurri al Mondiale, capita) però qualche sassolino dalla scarpa lo toglie. Due le stilettate, la prima riservata a Balotelli, sul quale aveva imperniato il progetto tecnico naufragato in Sudamerica; la seconda a Giuseppe Rossi. Di Super Mario dice "non è un campione", e vien da chiedersi come mai dopo quattro anni passati al timone della Nazionale se ne sia accorto solo adesso. Quanto al Pepito viola non è da meno: "è la persona che mi ha deluso di più dal punto di vista umano". Via i pesi dallo stomaco, ora può ripartire a cuore più leggero.

Il codice etico secondo Prandelli, questa volta applicato al Galatasaray. Quello professato – con pochi proseliti – al timone dell'Italia non ha sortito effetti, ci riprova adesso che è volato in Turchia con un tempismo perfetto… l'avessero avuto i suoi attaccanti oppure i suoi meccanismi al Mondiale avremmo fatto una figura differente. Magari, un po' meno brutta. Tutto dimenticato, Cesare riparte da Istanbul. "Senza regole una squadra non può vincere – precisa in conferenza stampa -, quindi ci saranno delle regole che permettano a tutti i componenti della squadra dei riferimenti. Quando si decide una cosa lo si fa tutti assieme, nessuno lo deve fare a livello personale". Belle parole, buone intenzioni… come gli obiettivi che il neo allenatore s'è posto: "Vincere la quarta stella e andare avanti in Champions League – aggiunge -. Per farlo, però, dovremo metterci subito al lavoro per avere una squadra che abbia questa mentalità". E' anche per questa ragione che un calciatore come Sneijder – impegnato al Mondiale con l'Olanda – è considerato pedina inamovibile. "E' uno dei più importanti giocatori dell'Olanda e sarà uno dei più importanti del Galatasaray".

"Scelta sportiva su un progetto vincente". Motiva così la sua scelta Prandelli prima di abbandonarsi alla rituale di firma del contratto davanti alle telecamere e ai saluti di prammatica: "Ringrazio il Galatasaray, il presidente Unal Aysal, un personaggio carismatico che quando ti parla ti guarda negli occhi".

Comunione d'intenti. Tutti per uno… uno per tutti, al centro c'è il progetto non le individualità. "Tifosi, società, tecnici e giocatori devo pensare tutti allo stesso modo. Il vero leader è la squadra. Solo così, lavorando tanto, sarà possibile raggiungere risultati sportivi importanti".

Soddisfatto dalle strutture. "Ho visto il centro sportivo ieri, c'è una ottima organizzazione, con persone competenti, professionali e preparate, ci sono i presupposti per lavorare veramente bene". L'Italia, Balotelli, il flop in Coppa del Mondo, Cassano rompi-bicchieri e compagnia bella le ha lasciate nel caravan-serraglio che dirigeva fino a poche settimane fa.

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