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Francia quasi fuori dai Mondiali 2010: Nazionale trombona e ignorante

La stampa transalpina ha sparato a zero su tutti i componenti della Nazionale francese: i “Bleus” sono solo degli impostori e non meritano il sostegno e la delusione dei propri tifosi.
A cura di Adriana De Maio
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All'indomani di Francia-Messico 0-2 la stampa transalpina si è scatenata in un tiro al piattello degli insulti nei confronti di tutta la Nazionale francese, dal primo all'ultimo, nessuno escluso.

Come sagome su cui infierire a più non posso, sui giocatori della Francia sono piovuti una caterva di rimproveri e duri commenti per la disastrosa prestazione vitsa sul campo di Polokwane che ha tragicamente compromesso l'avventura mondiale dei francesi, che hanno solo un punto nel Girone A.

"Individualista, confusionario, incapace di essere leader, dal dribbling inutile" sembrerebbe la descrizione del primo arrivato ed invece sono le dure parole che descrivono il centrocampista di riferimento del Bayern di Monaco Franck Ribéry. Dure invettive che si ripetono un po' per tutti, da Anelka a Gallas, da Govou a Evra. C'è chi è stato paragonato ad un cominco chi ad un punto interrogativo, le variazioni sul tema sono varie ma il leitmotiv è sempre lo stesso, la bocciatura è totale.

A guidare la fila degli sberleffi ovviamente c'è lui, l'unico e solo uomo capace di distruggere uno spogliatoio anche in tempi di pace: Raymond Domenec. Secondo la stampa francese il tecnico sarebbe il fulcro del male della sua squadra, in concorrenza di reato con la Federcalcio francese che lo ha seduto in panchina.

L'Equipe, il giornale che guida la rivolta della carta stampata, ha intimato ai tifosi di non soffrire per le disavventure di una squadra senza anima che non li rappresenta e che non merita nè il loro sostegno nè il loro dispiacere. "Un pollastrello decapitato" invece del galletto rupsante dovrebbe essere il nuovo logo di una rappresentativa formata solo da egoisti ed aspiranti super uomini dall'ego smisurato.

Siamo difronte all'agonia di una compagine giunta alla fine di un ciclo, ma un gruppo e senza cuore nè anima non può essere definito una squadra di calcio, non ha neanche lontanamente le sembianze di una Nazionale che deve rappresentare un'intero paese ad un'importante competizione internazionale come i Mondiali di calcio.

Adriana De Maio

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