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Francesco Totti: “Io, capro espiatorio di tutto. Ho amato la Roma come la mia vita”

Quando chiedi a Francesco Totti della sua esperienza di calciatore, capitano, ottavo re di Roma, campione del mondo significa azionare il rewind dei ricordi e vederli scorrere un po’ alla volta. Ricorda ogni cosa, i momenti belli e brutti. E non ha paura di confessare i propri sentimenti: “Ilary per me è tutto, voglio un quarto figlio con lei”. E del figlio Cristian dice: “Si deve divertire. Non deve pensare a nient’altro. Dovesse diventare un giocatore ben venga, altrimenti prenderà un’altra strada”.
A cura di Maurizio De Santis
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A Francesco Totti gli occhi brillano come quelli di un ragazzino che ha ancora i calzettoni abbassati sulle caviglie e un pallone sotto il braccio. Quando gli chiedi della sua esperienza di calciatore, capitano, ottavo re di Roma, campione del mondo significa azionare il rewind dei ricordi e vederli scorrere un po' alla volta. Tutti, quelli belli (e sono tanti) e quelli brutti (più recenti) li descrive in occasione della presentazione del libro di Paolo Condò "La storia del Calcio in 50 ritratti" alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria nella Capitale.

Cosa non rivivrei? L'ultimo anno da giocatore e quello che è successo – ha ammesso Totti -. Sinceramente mi è dispiaciuto essere stato preso di mira non centrando niente. Ero il capro espiatorio di tutto in quel momento.

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Indossare la maglia della Roma è stata una scelta di cuore

Appese le scarpette al chiodo credeva che la sua carriera sarebbe continuata sempre nella Roma ma dall'altra parte della scrivania. Lui avrebbe voluto, la società no. Il club aveva in mente altri programmi e un ruolo differente per l'ex capitano rispetto alle sua aspirazioni. Aveva dedicato una vita intera alla maglia giallorossa, perché non farlo anche dopo aver lasciato il calcio giocato? Già, perché? La risposta è nell'addio spiegato qualche mese fa nella conferenza stampa al Coni. Nella ‘nuova' Roma non c'era lo spazio che pensava di meritare.

Indossare la maglia della Roma è sempre stata una scelta di cuore – ha aggiunto Totti -. Per me era una doppia responsabilità da romano e romanista. È stata la vittoria più bella per me, ho messo la Roma davanti a tutto e tutti e sono orgoglioso di quanto ho dato a questa società. Sono strafelice e cammino sempre a testa alta. Se potessi rivivere un giorno della mia carriera? Non uno ma tutti e 25 gli anni trascorsi con la Roma, anche i momenti di difficoltà.

Elogio di Fonseca: Ha trasmesso positività ed energia

Dove può arrivare la Roma di Fonseca? Le qualità per fare bene e conquistare un posto in Champions ci sono tutte. L'ex capitano spende parole buone per l'attuale allenatore che ha saputo calarsi nella difficile realtà capitolina.

Sono contento del momento che sta attraversando la squadra e che Fonseca abbia capito cosa significa essere a Roma. Ha trasmesso positività ed energia a una squadra inizialmente in difficoltà  e con delle lacune. Pensiamo e speriamo che sia un percorso positivo perché la Roma deve essere tra i top club in Europa.

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Totti vuole un quarto figlio: Sto convincendo Ilary

Un quarto figlio con Ilary. Cristian, Chanel e Isabel sono i 3 figli che Totti ha avuto con Ilary Blasi. Ne arriverà anche un altro? Il desiderio c'è ed è pari all'amore e alla complicità che lo legano alla consorte. L'ex ‘pupone' non ha alcuna remora nel parlare dei suoi sentimenti in pubblico.

Ilary per me è tutto. Mi ha fatto crescere, mi ha fatto capire tante cose. Mi ha dato tre perle… sto riuscendo a portarla sulla strada della quarta, devo trovare il momento giusto. Io devo tutto a Ilary. È il mio braccio sinistro.

La carriera da calciatore del figlio, Cristian

Cristian ha iniziato la carriera di calciatore: seguirà le orme del padre oppure prenderà un'altra strada? Totti sa bene quanto possa pesare il cognome sulle spalle del figlio e lo lascia libero di seguire il suo istinto, senza pressioni né alimentare aspettative.

Si deve divertire. Non deve pensare a nient'altro – ha concluso -. Ha 14 anni, anche lui ha una passione. Quello che vorrà fare, farà. L'importante è che lo faccia con la testa sua. Dovesse diventare un giocatore ben venga, altrimenti prenderà un'altra strada.

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