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Francesco Magnanelli, col Sassuolo dalla C2 all’Europa League

Esistono ancora le cosiddette “bandiere”? Sì e Francesco Magnanelli è una di quelle. Dalla Serie C2 all’Europa League con la stessa maglia lo fanno entrare di diritto nella categoria oltre che nella storia del club modenese.
A cura di Vito Lamorte
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I giocatori simbolo non ci sono più. I calciatori sono interessati solo agli stipendi senza un briciolo di amore per le maglie che indossano. Il calcio è cambiato molto negli ultimi venti anni. Sono frasi che stiamo ascoltando da giorni e che sembrano portarci in un vortice infinito. Se ci si guarda bene intorno non è proprio come tutti sostengono ultimamente: certo, l'ingresso della grande finanza, degli sceicchi e delle cordate orientali nel mondo pallonaro hanno cambiato molto la visione che prima vi era di alcune situazioni nel panorama calcistico ma ci sono realtà che mantengono la genuinità e la bellezza che viene considerata "passato".

Francesco Manganelli in azione con la maglia del Sassuolo. (Foto di Francesco Pecoraro/Getty Images)
Francesco Manganelli in azione con la maglia del Sassuolo. (Foto di Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il passaggio di Gonzalo Higuain dal Napoli alla Juve e le parole di Francesco Totti vengono spazzate via dalla storia meravigliosa di Francesco Magnanelli. Il capitano del Sassuolo veste i colori della società modenese dal 2005 ininterrottamente e ieri sera ha fatto il suo esordio in Europa League dopo aver militato con la stessa maglia anche in Serie C2. Mica male, no?

Gli inizi

Francesco, classe 1984, ha iniziato col Città di Castello a 16 anni, per poi andare a giocare tra i professionisti. Dopo Gubbio, Chievo Verona, Fiorentina e Sangiovannese nel 2005 è approdato al Sassuolo in C2 e da lì comincia la sua scalata coi nero-verdi verso la massima serie e l'Europa.

Metronomo e capitano

Il numero 4 è l'uomo che si piazza al centro della linea mediana e da lì vede tutto. Da quella posizione davanti alla difesa è l'uomo che, insieme agli altri due compagni di reparto trasforma le azioni da difensive in offensive. Fa tanto lavoro sporco che non viene sempre apprezzato a primo impatto ma gli ha dato tante soddisfazioni fino a meritarsi il rispetto degli addetti ai lavori e dei suoi tifosi.

È il capitano della squadra ed è in grado di mettere a disposizione la sua esperienza per giovani di prospettiva come Alfred Duncan, 23 anni, e Lorenzo Pellegrini, classe ’96. Il centrocampo del Sassuolo non ha titolari fissi, i giocatori ruotano a seconda del tipo di gara che si vuole impostare e a godere di questa intercambiabilità è mister Di Francesco che ottiene buoni risultati coltivando con un ottimo mix tra giocatori esperti e giovani talenti.

Magnanelli ha ammesso lo scorso febbraio, in un'intervista all'emittente umbra Radio Onda Libera che "ci sono stati momenti in cui ho pensato di cambiare squadra ma si sono sempre ricreate le migliori condizioni. Sto bene al Sassuolo, ho tanto da dare e mi diverto". Non è semplice riuscire a giocare sempre nella stessa squadra, nella stessa realtà e cercare stimoli per essere sempre al top ma il capitano del Sassuolo c'è riuscito. Un lavoratore silenzioso che ha lottato e vinto per emergere e ora si è preso il posto che più gli compete nel calcio dei grandi, ma con qualche credenziale in più.

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