Francesco Guidolin: l’artefice del miracolo Udinese che i top-club non hanno mai considerato
Da tutti oramai è definito come il migliore allenatore tra quelli sottovalutati. Potrebbe essere considerata una semplice provocazione, eppure Francesco Guidolin è davvero un grandissimo allenatore che non ha mai potuto godere di una grande piazza calcistica con cui confrontarsi. Non solo per quello che sta facendo in questi ultimi anni con l'Udinese, prima in classifica, ma semplicemente ripercorrendo la sua carriera e ripensando alle sue squadre, dal Vicenza (semifinale di Coppa delle Coppe con il Chelsea di Vialli) al Bologna, dal Palermo fino all'Udinese attuale da Champions League. Tutte le squadre allenate da Guidolin sono riconoscibili per un semplice motivo: sanno giocare a pallone. Può sembrare un dettaglio ma è questo aspetto che gli permette di fare la differenza.
Dal Giorgione al miracolo Vicenza: Coppa Italia e semifinale di Coppa delle Coppe
Ha iniziato ad allenare le giovanili del Giorgione, squadra in cui iniziò a giocare, con cui ha fatto l'esordio in panchina nel campionato 1988-1989 in Serie C2. Lo stipendio era di 400.000 lire al mese, un altro calcio, un'altra epoca: ma lo stesso Francesco Guidolin. Che l'anno successivo viene chiamato a guidare il Treviso nella medesima categoria e nel triennio successivo cambia molto per fare esperienza andando a Fano, Empoli e Ravenna in Serie C1, guidando quest'ultima alla promozione in Serie B. E' il primo grande salto di categoria: chiamato nel 1993 alla guida dell'Atalanta in Serie A, a soli 38 anni, fu esonerato dopo 10 giornate a causa di un negativo avvio di campionato. Esperienza importante comunque, tanto che ritornando tra i cadetti inizia a dimostrare di saperci fare legando le sue fortune con il Vicenza: nella stagione 1994-1995 conquista uno straordinario 3º posto dietro Piacenza e Udinese, riportando i berici in Serie A dopo sedici anni d'attesa. Ma il lavoro di Guidolin non finisce qui: nella stagione successiva conquista un meritato nono posto finale, preludio al capolavoro che arriva nella stagione 1996-1997, quando vince la Coppa Italia dopo aver eliminato Lucchese, Genoa, Milan, Bologna e Napoli. Nella stessa stagione il Vicenza è per alcune domeniche solitario al primo posto in campionato, evento storico che non vedeva i biancorossi protagonisti dagli anni di Paolo Rossi. Arriva anche l'avventura in Coppa delle Coppe nella stagione successiva: una cavalcata esaltante che porta la "creatura" di Guidolin fino alla semifinale contro il Chelsea. A fine campionato, però, Guidolin lascia Vicenza dopo quattro anni, tra il malcontento generale: la Curva Sud gli tributa il seguente striscione: "1994-1998: gli anni più belli della nostra storia. Grazie Francesco".
Prima tappa a Udine, la parentesi francese e gli inizi tormentati di Palermo
Nel 1998 viene chiamato dai Pozzo all'Udinese con cui conquista immediatamente un piazzamento UEFA, ma venendo poi esonerato all'inizio della stagione 1999-2000. In seguito mantiene un buon livello di club allenati, guidando con successo il Bologna e il Palermo conducendo la squadra prima in Serie A e poi in Coppa UEFA. Ma ciò che manca a Guidolin è il ‘grande salto‘ in un top-club e nell'estate del 2004 c'è andato vicinissimo con l'interesse reale della Juventus che poi ha scelto Fabio Capello. Intanto, qualcun altro si accorge del buon lavoro di Guidolin e dopo aver condotto il Palermo alla Coppa UEFA, viene chiamato da Enrico Preziosi nell'estate 2005 alla guida del neopromosso Genoa. Un'avventura che non è di fatto mai iniziata a causa dello scandalo che ha travolto successivamente la società ligure con la retrocessione in Serie C1, fatto per il quale in accordo con la società, Guidolin rescisse il contratto. Visto che l'Italia non gli dava piazze importanti, prova la via dell'estero, al Monaco in Francia. Una anno difficile, fondamentale per curriculum ed esperienza, un po' meno per i risultati sportivi: dodici mesi dopo, rientra in Italia e riapproda nella squadra palermitana esattamente ad un anno dal suo addio. Il girone di andata è esaltante, ma dopo l'infortunio di Amauri la squadra inizia un lento ma inesorabile declino, e Zamaprini decide per l'esonero il 23 aprile 2007 per poi essere richiamato il 14 maggio dallo stesso presidente riuscendo a condurre i rosanero alla qualificazione in Coppa UEFA grazie a due vittorie consecutive. Dopo la fine della stagione è rimpiazzato da Stefano Colantuono.
Il ritorno in Europa in rosanero, gli esoneri di Zamparini, la promozione col Parma
Il 26 novembre 2007 Guidolin è stato richiamato per l'ennesima volta sulla panchina della squadra palermitana, a seguito dell'esonero dello stesso Colantuono. Questa è la quarta volta che Zamparini decide di affidarsi al tecnico veneto per risvegliare il Palermo e riportarlo ancora una volta in Europa. Una ‘fiducia‘ ad orologeria e un rapporto difficile da gestire ma che non scalfigge i principi tecnici e umani di Guidolin capace di farsi rispettare senza mai alzare la voce: "Zamparini è il miglior presidente del mondo, dal martedì alla domenica", dirà alla sua prima conferenza nel suo rientro in rosanero, riferendosi alle consuete esternazioni molto colorite del presidente. Prima della fine dello stesso campionato, a seguito della sconfitta casalinga contro il Genoa, comunque, Guidolin verrà puntualmente esonerato da Zamparini e sostituito nuovamente con Stefano Colantuono. Senza alcuna big alle porte, Guidolin riparte dalla serie cadetta, a Parma, squadra con cui ottiene subito l'obiettivo richiesto: la promozione in Serie A. Resta nella società ducale anche l'anno successivo e nella stagione 2009-2010 del campionato di Serie A, conquista l'ottava posizione in classifica e, al termine dell'ultima giornata, annuncia il suo addio al Parma.
Il ritorno a Udine: la maturazione definitiva
Il 24 maggio 2010 la famiglia Pozzo lo rivuole a sè e Guidolin firma un contratto biennale con l'Udinese, che aveva già allenato nel 1998. All'inizio del campionato l'Udinese si trova all'ultimo posto fino alla sesta giornata, e Guidolin schiera la sua squadra con vari moduli di partita in partita. In altre società avrebbe avuto il ‘benservito' da parte della presidenza ma i Pozzo lasciano lavorare tranquillamente Guidolin senza mai metterlo in difficoltà e la serenità e la pazienza ripagano nel miglior modo possibile: da ultima, l'Udiense arriva in poche giornate a quarta in classifica, a 6 punti dal Milan, 4 dall'Inter e 3 dal Napoli entrando in piena lotta scudetto a sole otto giornate dalla fine del campionato. In questo contesto, Guidolin rinnova il contratto con i friulani fino al 30 giugno 2015 e l'8 maggio in una grande partita vinta per 2-1 sulla Lazio rilancia l'Udinese al 4°posto solitario. Il 15 maggio con la vittoria sul Chievo Verona per 0-2 stabilisce con 65 punti il nuovo record dei friulani in Serie A dopo il precedente record di 64 punti stabilito da Alberto Zaccheroni nel 1997-1998. La sua Udinese il 22 maggio 2011, grazie ad un pareggio senza gol al Friuli contro il Milan, all'ultima giornata ottiene il quarto posto definitivo in campionato conquistando la qualificazione ai preliminari della UEFA Champions League 2011-2012. Un'avventura nata male e subito finita nel doppio confronto con l'Arsenal che ha visto i Gunners approdare al primo turno e i friulani scivolare in Europa League dove si stanno comportando bene, vincendo al debutto contro il Rennes e pareggiando a Glasgow.
La carriera da allenatore da "periferia"
In attesa di trovare una società di assoluto livello che creda in lui. Ma non essendo un "animale" televisivo, scevro di dichiarazioni, riservato nelle parole e nei pensieri non trova estimatori tra chi fa del "circo mediatico" settimanale il proprio cavallo di battaglia. E così, ingiustamente, Guidolin si ritrova con un curriculum da "seconda fascia".
1988-1989 Giorgione
1989-1990 Treviso
1990-1991 Fano
1991-1992 Empoli
1992-1993 Ravenna
1993 Atalanta
1994-1998 Vicenza
1998-1999 Udinese
1999-2003 Bologna
2004-2005 Palermo
2005 Genoa
2005-2006 Monaco
2006-2008 Palermo
2008-2010 Parma
2010- Udinese