Fra tradimenti e intrighi di mercato, i 5 acquisti più scioccanti della storia
Le rivalità, sportive s'intende, che non sfociano in violenza o estremismi di sorta sono il sale del pallone e, delle discipline sportive, più in generale. Un antagonismo fra diverse squadre e varie tifoserie che porta qualsiasi episodio, sul campo e fuori, ad avere un’eco amplificata nel bene e nel male. Un’eco che si riverbera in ogni aspetto e che non sopporta o mal digerisce eventuali tradimenti da parte dei propri beniamini né cessioni reputate “giuste” da parte di ricchi patron che fanno a pugni coi sentimenti dei supporters. Eppure, il cuore di un tifoso è come uno scoglio al centro del mare, sempre in balia degli eventi, delle onde e delle correnti ma sempre fisso ed eternamente innamorato dell’acqua, del suo profumo e della sua purezza. Fra sentimentalismi tanto al chilo e "brutalità" calcistiche all'ordine della singola sessione di mercato, vediamo i 5 trasferimenti più scioccanti della storia recente del football europeo.
Roberto Baggio, un figlio sradicato dalle braccia della madre
Lungi dall'essere uno di quelli destinati al nono cerchio dell'Inferno Dantesco (e qui il paragone col poeta toscano non è casuale) nel quale trovano posto i traditori, Roberto Baggio è stato uno di quelli che ha subito sulla sua pelle l'addio a Firenze. E sì perché il "Divin Codino" forgiato calcisticamente nel grande calcio proprio dai viola dopo il suo arrivo dal Vicenza, dovette, nonostante la sua voglia di restare in maglia Fiorentina, andar via direzione Juventus nell'estate del 1990. Un addio sofferto che causò diversi disordini in città per proteste nei confronti dell'allora presidente Pontello e che portò la gente a poche centinaia di metri dal ritiro della Nazionale che preparava il mondiale di casa a Coverciano. Un trasferimento discusso che, oltre a ciò, provocò la rabbia dello stesso calciatore il quale nella conferenza stampa di presentazione si tolse dal collo la sciarpa bianconera generando non poche polemiche fino al rigore non calciato dal 10 bianconero (e poi sbagliato da De Agostini) nell’aprile successivo al Franchi.
Luis Figo un tradimento incancellabile
Luis Figo uno dei calciatori più belli da guardare nella storia del calcio si è reso protagonista nel corso della sua straordinaria carriera oltre che di giocate sublimi, anche di comportamenti al di fuori del campo rispettabili ma, contestualmente, discutibili. Noto ai più anche per l’episodio che lo condusse poi a firmare, nel più classico “fra i due litiganti il terzo (Barça) gode”, per il Barcellona dopo aver posto il suo autografo su due diversi contratti (quello della Juve prima e del Parma poi) Figo fu al centro del mercato estivo 2000 col grande tradimento, ovvero: il passaggio dai blaugrana ai Galacticos del Real Madrid per 62 milioni di euro. Un tradimento mai digerito che, nel Clasico del 2002 al Camp Nou, provocò il lancio di una marea di oggetti piovuti in campo da parte dei tifosi del Barcellona, fra cui bottiglie di vetro ed una testa di maiale, mentre il lusitano era intento a battere un corner. Un adulterio mai perdonato nemmeno dalla società catalana che, in occasione di un match fra vecchie glorie di Juve e Barça prima della finale di Berlino, decise di non convocare quel talentuoso furfante, al secolo Luís Filipe Madeira Caeiro Figo.
Sol Campbell, l’infedele del Tottenham
Londra è una città grande, immensa, sterminata con diverse squadre di calcio ed una passione incalcolabile per il football. Ebbene, malgrado la presenza di così tante compagini (se ne contano 13), Sol Campbell nell’estate del 2001 decise di passare dal Tottenham, compagine con la quale era cresciuto ed era diventato grande (10 anni e 255 match con gli Spurs), agli odiati nemici dell’Arsenal di Wenger, Henry, Bergkamp e tanti altri. Uno switch (un cambio di lato) che era pur accaduto nella storia delle due squadre ma che non avveniva dal 1977 col portiere nordirlandese (amato però da entrambe le tifoserie) Pat Jennings. Una infedeltà non concessa a nessuno e che affondando le radici addirittura nel diciannovesimo secolo (il primo incontro fra le due squadre fu sospeso a causa dell’abbandono da parte dell’Arsenal che, perdendo per 2-1, lamentava scarsa visibilità per la sopraggiunta oscurità non volendo proseguire le ostilità) non poteva far altro che condannare gli ex all’eterno ed efficace appellativo di: ”Giuda”.
Mo Johnston, una questione di fede…non solo calcistica
In Scozia, precisamente nella città di Glasgow, non vanno tanto per il sottile: o sei un Celtic (cattolico) o un Ranger (protestante), o sei verde come la speranza o blu come la notte. Eppure, durante la lunga storia di ambedue le squadre divise dalla fede calcistica e spirituale (Rangers fondati nel 1872 da appassionati di chiara matrice protestante ed il Celtic sorto nel 1888 dalle comunità irlandesi trasferitesi in Scozia), ci sono stati diversi cambi di casacca che hanno fatto gridare allo scandalo i credenti del football. Sotto forma di fondamentalisti del pallone Mo Johnston attaccante del Celtic fra il 1984 ed il 1987 (52 reti e 2 titoli in Scozia) e poi del Nantes (22 reti in 66 match), prima di giungere nei Rangers nel 1989, malgrado le sue chiare origini di fede cattolica, ha dovuto assistere ad una autentica rivolta in città. I verdi di Glasgow, infatti, bruciavano le sue maglie e le sue effigi in segno di rabbia per l’onta del tradimento mentre, dall’altra parte, i tifosi Rangers avevano deciso di boicottare l’Ibrox fino a quando quell’ex scomodo non avesse svestito quella sacra maglia dei The Light Blues. Morale della favola: la punta di Glasgow giocò ugualmente con quella casacca mettendo a referto 46 segnature in 100 partite complessive e portando, fra l’altro, ben 4 trofei in quel “tempio di culto” che, nonostante la sua fama di “empio”, riuscì poi definitivamente a conquistare.
Eric Cantona, il rimpianto dei Peacocks del Leeds
Scontroso, ribelle, talentuoso, affascinante, carismatico, in poche parole: Eric Cantona. È lui il protagonista di questa nostra ultima storia di tradimenti ed intrighi di mercato che hanno deluso o scioccato le tifoserie di mezza Europa. Il francese, infatti, osteggiato in patria per via dei suoi modi bruschi e della sua notevole personalità tendente alla superbia e all’immodestia viene “esiliato” dalla Francia nella stagione 1991/92 per approdare oltre Manica nel Leeds United. Qui, con il tecnico Howard Wilkinson e con ragazzi molto forti come Tony Dorigo, Steve Hodge e Rod Wallace, Cantona riuscirà a portare il titolo nazionale all’Elland Road dopo 18 anni di assenza dall’ultimo torneo conquistato di marca Don Revie. L’anno successivo però l’allenatore inglese Wilkinson lo cede, per soli 1.2 milioni di sterline, agli odiati rivali del Manchester United di Ferguson con il quale il “reietto” transalpino conquisterà ben 9 trofei. Un addio doloroso che generò la rabbia dei tifosi del Leeds United finalmente speranzosi, col nativo di Marsiglia, di poter rinverdire i fasti degli anni ’70 e invece arrivò, puntuale ed inarrestabile, il lento declino.