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Foti, cuore blucerchiato: forte come Ibra ma bloccato dagli infortuni

Una storia di calcio, tristezza e passione. Un mix completo di emozioni ed eventi che hanno segnato la vita e la carriera di un giovane talento mancato del nostro calcio come Salvatore Foti. Classe 1998, a soli 27 anni ha dovuto lasciare il calcio a causa dei tanti infortuni. È stati collaboratore tecnico di Marco Giampaolo alla Sampdoria e al Milan.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Sono trascorsi circa 13 anni e Salvatore Foti con la maglia della Sampdoria, non aveva neanche 18 anni quando segnò il suo primo gol in Serie A. Il calcio italiano aveva scoperto un nuovo talento, e dopo quella rete, erano tutti pazzi di lui. I paragoni si sprecavano, ma uno in particolare, lo ha sempre segnato. Ancora in blucerchiato, il classe 1988, a 18 anni, fu addirittura soprannominato come il “Nuovo Ibrahimovic”.

Un paragone azzardato, specie per ragazzi così giovani che dovrebbero crescere senza pressioni. L’Italia intera era interessata ai numeri e ai movimenti con la palla di questo attaccante, tanto che anche il Chelsea cominciò a seguirlo. Un infortunio curato male e i tanti prestiti in giro fra Serie B, Lega Pro e calcio estero, hanno però spento definitivamente la luce di uno dei più grandi talenti mancati della nostra Serie A. Il suo ritiro dal calcio giocato è avvenuto a soli 27 anni con poche righe scritte sulla propria bacheca di Facebook.

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Esordio in massima serie per il ‘nuovo Ibra'

Era l’8 gennaio del 2006, si, proprio quell’anno in cui nessuno avrebbe sospettato che fra Calciopoli e la vittoria del mondiale in Germania, l’Italia avrebbe subito un radicale cambiamento durante l’estate.  Subito dopo la sosta natalizia, allo stadio “Ferraris” di Genova, si giocò Sampdoria-Livorno, valida per la 18° giornata del campionato di Serie A e terminata con una vittoria per 2-0 della formazione toscana. Ad un certo punto, il tecnico della Samp, Walter Novellino, decise di buttare nella mischia un 17enne attaccante di belle speranze e dal talento intrigante. Quel ragazzo era proprio Salvatore Foti che neanche cinque settimane dopo, il 12 febbraio 2006 alla sua prima partita da titolare, si guadagnò anche la standing ovation di Marassi dopo aver trascinato la Samp al successo per 4-2 sul Messina siglando il suo primo gol in Serie A.

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Un infortunio che segnerà l’inizio della fine

Nel 2013 giocava nel Lecce in Lega Pro. Fu proprio con la squadra salentina che il 25enne accusò i primi dolori significativi alla schiena. Fino a quel momento, fra campionato e coppa, Foti realizzò 9 gol in 15 partite guadagnandosi la fiducia del caldissimo pubblico pugliese che non aspettava altro che tornare in Serie B. I dolori alla schiena, come dicevamo, lo bloccarono, e dopo attenti esami, si capì che Foti soffriva di un’ernia discale. Nonostante i dolori, con un Lecce che doveva giocarsi la finale playoff per approdare in Serie B, decise di scendere in campo nella semifinale con l’Entella e nella doppia finale con il Carpi dopo diverse infiltrazioni. Ma proprio la gara contro il Carpi, giocata il 16 giugno del 2013, fu l’ultima ufficiale di Foti. Il dolore alla schiena era fortissimo e dovette sottoporsi ad un intervento chirurgico.

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Una nuova ripartenza al Chiasso, in Svizzera

Nonostante l’operazione, i dolori erano continui, ma Foti non volle assolutamente mollare il sogno di riuscire a giocare a calcio ad alti livelli. Con tanti dubbi, accettò di firmare un contratto con il Chiasso che gli fece sottoscrivere subito un biennale. Tanta buona volontà che però non riuscirono a cancellare la triste realtà: Foti non era più in grado di sostenere una seduta di allenamento completa. Dopo diverse sedute di fisioterapia e un consulto con diversi medici, in tanti prospettavano ormai al calciatore, l’eventualità che non avrebbe potuto più giocare a calcio.

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Il lungo girovagare in Italia

Treviso, Vicenza, Messina, Udinese, Piacenza, Empoli, Brescia, Lecce, Chiasso, Balerna e ancora Chiasso. La carriera di Foti in giro per l’Italia è stata davvero pazzesca. Un lungo girovagare in cerca di fortuna e soprattutto con la voglia di scacciare definitivamente quell’infortunio che stava mettendo fine alla propria carriera. Ma per rimanere legato a questo magnifico sport, una volta capito che in campo non avrebbe potuto più giocare, superò il corso ed ottenne il patentino B da allenatore. Per uno etichettato come il “Nuova Ibra”, era quindi fondamentale insegnare ai giovani talenti che concentrarsi su sé stessi era la cosa fondamentale per poter raggiungere il successo desiderato.  Farsi abbagliare da facili paragoni è la cosa più sbagliata, ma soprattutto, prendere sul serio la preparazione fisica è fondamentale per il prosieguo della propria carriera.

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Il ritorno nella sua famiglia, la Sampdoria

Dopo che nel luglio 2014 Foti firmò uno dei suoi ultimi contratti con una squadra di calcio, il Chiasso allenato da Gianluca Zambrotta, squadra svizzera di Challenge League, la sua vita cambiò radicalmente. Come detto in precedenza, bloccato da un lungo infortunio, non scese mai in campo e nel febbraio 2015 passò in prestito breve al Balerna, militante in Seconda Lega Regionale. Dopo aver abbandonato il calcio giocato e dopo aver conseguito il patentino da allenatore, la scorsa estate il suo nome è tornato di nuovo sui giornali.

Non per un infortunio, non per un nuovo inizio con un’altra squadra, ma semplicemente perché la società che non lo ha mai abbandonato in questi anni difficili, la Sampdoria, che lo ha di fatto cresciuto, lo volle fortemente nello staff che allora era di Marco Giampaolo, tecnico dei blucerchiati, con la qualifica di collaboratore tecnico (la stessa con la quale ha seguito l'allenatore al Milan). Un riconoscimento importante, dopo tanti anni di sofferenza, che rappresentò un nuovo inizio per Foti: partito dalla sua Sicilia per diventare un grande protagonista del nostro calcio, non ha mai abbandonato l’idea di rimanere in un mondo che non poteva e non doveva lasciare per nessuna ragione al mondo.

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