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Follia in Prima Categoria: arbitro preso a calci e pugni

L’aggressione premeditata è stata compiuta dal papà di un giocatore e da due dirigenti a margine dell’incontro tra l’Assisi e il Grifo Cannara. Subito denunciati a piede libero, per tutti è scattato il Daspo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non c'è pace attorno al calcio e quando non sono gli scandali nelle serie più importanti a gettarci fango sopra, ci pensano le serie minori a far parlare malissimo di sè il mondo del pallone. L'ultimo assurdo episodio di violenza si è consumato in provincia, in Umbria durante una partita di Prima Categoria tra l'Assisi, squadra di casa e gli ospiti del Grifo Cannara. Un tifoso, padre di un giocatore, e due dirigenti del Viole di Assisi sono stati subito denunciati a piede libero dalla polizia per l'aggressione subita dal giovane arbitro che aveva diretto l'incontro. Per tutti i colpevoli è stato disposto immediatamente il Daspo.

In base alla ricostruzione degli investigatori, il padre del calciatore e uno dei dirigenti sono accusati di avere colpito con un'ombrellata e con calci e pugni l'arbitro mentre il secondo dirigente è accusato di aver minacciato il direttore di gara. L'episodio era avvenuto il 3 maggio allo stadio degli Ulivi di Assisi dove la partita si era svolta in modo regolare anche se c'erano stati momenti di contestazione per un rigore fischiato al 93′ a carico del Viole.

In seguito all'aggressione il direttore di gara, un giovane spoletino, aveva riportato delle lesioni per le quali era stato medicato al pronto soccorso del'ospedale di Assisi. Da qui è nata l'indagine: il personale del commissariato di Assisi, diretto da Francesca Di Luca, ha accertato che l'arbitro era stato aggredito all'interno del campo nei pressi degli spogliatoi, colpito alla testa con un manico di un ombrello, con calci alle gambe e pugni alla schiena, nonchè insultato e minacciato. Per la polizia le aggressioni sono state «concitate ma ben congegnate», tanto che al termine della partita era stato costruito un rudimentale cancello, appositamente formato con tavole e una fila di sedie proprio per impedire all'arbitro di trovare riparo all'interno degli spogliatoi.

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