Folli, stupide e storiche: le 5 espulsioni più incredibili del calcio
A volte si sa, in campo i nervi saltano, una parola di troppo, un’entrata troppa dura o una vibrante protesta, possono costare il cartellino rosso al diretto interessato. Ma, fra passato e presente, quali sono state le espulsioni più ingenue, stupide e folli nel calcio. Scopriamone 5 delle tante.
Lo “spogliarello” tutto greco-bosniaco
Chiamatelo un colpo di testa, un’idea pazzesca o semplice frustrazione dettata da un posta in palio troppo alta, ma l’espulsione dell’attaccante della Roma Edin Dzeko contro la Grecia entra davvero nella storia come uno dei cartellini rossi, se vogliamo, anche più divertenti. Con la propria squadra in vantaggio di una rete infatti, Dzeko subì un fallo, anche abbastanza duro da un calciatore greco e cercò in tutti modi di trattenere il pallone a terra. Sokratis, difensore greco, ex Genoa e Milan, cercò di strapparglielo per velocizzare la ripresa del gioco e allora l'attaccante bosniaco pensò bene, “per punizione” di tirargli giù i pantaloncini. Risultato? Cartellino rosso.
Espulso dopo una “mini rissa” con il compagno di squadra
Questa forse è già entrata nella storia come l'espulsione più assurda mai vista nel nostro calcio italiano. Quella di Davide "Fontolino" Fontolan, è un episodio accaduto nel match del 22 aprile 1990 quando a sfidarsi, c’erano l’Atalanta e il Genoa. Il Grifone si giocava la salvezza ma, quasi al termine della partita, era ancora sotto di un gol. Uno stop sbagliato di Fontolan fece infatti infuriare il compagno di squadra, il fumantino Ruotolo, che lo rimproverò probabilmente per la scarsa lucidità mostrata nell’azione. Fontolan rispose con un calcio nel sedere andato a vuoto ed un piccolo scappellotto. La scena non sfuggì all'arbitro Messina che cacciò il cartellino rosso ad un incredulo e sorpreso Fontolan.
Il record del rosso più veloce è di Muntari
E’ stato, nel corso degli ultimi anni, uno degli episodi più chiacchierati, ironici e assurdi della storia della nostra Serie A. Una delle espulsioni dettate dalla mancanza di concentrazione e forse anche da una tensione troppo alta in una squadra che, in quell’annata, era chiamata per forza a vincere ad ogni partita. Evidentemente, Josè Mourinho, che nel 2010 allenava l’Inter, aveva talmente gasato Sulley Muntari, sperando che l’ingresso del ghanese potesse dare quella spinta in più alla squadra per vincere la gara di Catania, che forse il calciatore andò anche oltre.
Un minuto dopo la sua entrata in campo infatti, si beccò un giallo per un fallo al limite. Mascara andò a battere la punizione e, clamorosamente, Muntari si beccò il secondo giallo toccando col braccio, all'interno dell'area di rigore, la conclusione catanese. Espulsione per l’ex Udinese, Mascara andò dal dischetto e realizzò il 2-1 con uno stupendo cucchiaio.
Per Di Canio quell’espulsione è diventata un cult
Questa è forse una di quelle espulsioni che racchiudono in sé, rabbia, forza, carattere, grinta e anche tanta ingenuità. Abbiamo visto infatti giocare, il calciatore interessato, anche in Italia e in altre squadre inglesi, in cui si è distinto anche con un gesto unico di fair-play rimasto nella memoria dei tifosi inglesi. Ma il 26 settembre del 1998: Paolo Di Canio, che militava nello Sheffield Wednesday, durante una gara, fu espulso dall'arbitro Paul Alcock. La reazione dell’ex capitano del club biancoceleste della capitale fu assurda poiché con una spinta fece cadere il direttore di gara a terra. Il calciatore italiano fu multato di 10mila sterline e fu squalificato per 11 giornate.
Espulso per un peto in campo
Il ragazzo in questione si chiama Adam Lindin Ljungkvist, ha 25 anni e gioca come terzino sinistro nella squadra del Pershagens SK, piccola squadra svedese. Durante la gara, contro la squadra riserve dello Jarna SK, il calciatore è stato espulso per un episodio del tutto particolare. Ljungkvist, improvvisamente ha rilasciato un peto mentre era in campo e l’aria uscita dall’intestino era talmente rumorosa da aver sorpreso in malo modo l’arbitro, che ha reagito mostrando un giallo. Ljungkvist, già ammonito, è stato così costretto a lasciare il campo. “Provocazione deliberata” e “comportamento antisportivo”. Con queste “accuse”, l’arbitro svedese ha giustificato l’espulsione del calciatore.